Il giallo di Barletta passa da Verona E’ a una svolta la scomparsa del giovane Michele Cilli, perizia sugli occhiali da vista

Pare essere arrivato a una svolta il giallo della scoperta di Michele Cilli, 24 anni di Barletta, scomparso il 15 gennaio 2022 dopo una serata in un american pub il cui corpo non è ancora stato ritrovato. A imprimere un forte impulso alla ripresa delle indagini da parte della Procura di Trani, il criminologo veronese Gianni Spoletti, nominato come perito dalla famiglia: proprio in queste ore si dovrebbe svolgere una perizia forense ordinata dal giudice su un paio di occhiali ritrovati nella zona della scomparsa del giovane. Sono quelli appartenuti a Michele Cilli?

C’è un criminologo veronese dietro la svolta di uno dei casi più efferati di cronaca nera che stanno attirando l’attenzione nazionale: si tratta della scomparsa di un ragazzo di Barlettas, Michele Cilli, 24 anni, scomparso la sera del 15 gennaio 2022 e il cui corpo non è stato mai ritrovato. Ora si attende la perizia su un paio di occhiali ritrovati che potrebbero appartenere proprio a Michele che la sera di quel 15 gennaio si recò a una festa di compleanno in un American Bar di Barletta. All’1,35 del 16 viene visto salire nell’autovettura di uno degli imputati,Dario Sarcina (attualmente imputato per l’omicidio volontario e concorso in soppressione di cadavere assieme a Cosimo Damiano Borraccino per poi allontanarsi e da lì, nessuno più lo ha rivisto.
La famiglia Cilli ha nominato come criminologo di parte il dottor Gianni Spoletti, 60 anni, già poliziotto all’Anticrimine per 25 anni, in passato giocatore di hockey, laureato negli Stati Uniti e in Italia, residente a Colà di Lazise.
ll processo sembra essere arrivato a una svolta, grazie a un supplemento di indagini espletate “tardivamente”, dice l’avvocato della famiglia MicheCocchiarole, dalla Procura di Trani.
Il Giudice Ivan Barlafante, ha comunque ordinato una perizia degli occhiali e nominato un proprio consulente, perizia che si svolgerà sabato 21 gennaio prossimo a Barletta, e che dovrà stabilire se la
montatura e la gradazione delle lenti sono quelle identiche in uso a Michele Cilli la notte della sua scomparsa. “Personalmente sia io che l’avv. Michele Cocchiarole”, sostiene Spoletti, “siamo certi che quegli occhiali da vista appartenevano proprio a Michele Cilli”.
Quindi gli occhiali da vista rappresenteranno la prova regina ?
“Sì certo, è la prova regina che inchioda alle proprie responsabilità, quindi per omicidio volontario i due
indagati, Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borracino alle loro responsabilità. Il Giudice Ivan Barlafante, con la perizia vuole stabilire con certezza che quegli occhiali appartenevano alla vittima. A tal proposito esiste anche una fattura emessa proprio di quegli occhiali, e che sono stati ordinati dallo stesso Michele Cilli acquistandoli presso un negozio di ottica di Barletta nei primi giorni di settembre del 2020”.
Nelle scorse settimane lei e il suo team di esperti a distanza di un anno avete ancora cercato il corpo di
Michele Cilli nella zona dove sono stati ritrovati gli occhiali. Siete convinti che il corpo sia sotterrato lì da qualche parte?
“Le indagini della Procura di Trani hanno accertato che le tracce Gps degli imputati portano in Contrada Cavaliere, zona periferica di campagna vicino al centro di Barletta. Continueremo a farlo con le nostre sofisticate tecnologie fino a che non avremo la certezza che il corpo del ragazzo non esiste più per la sua soppressione e distruzione del corpo” afferma Spoletti, che aggiunge: “Uno dei due indagati Cosimo Damiano Boraccino, attraverso i tracciati GPS di bordo installato dalla assicurazione sulla Ford S-Max di proprietà della moglie, fu localizzato in Contrada Cavaliere. L’indagato è andato due volte quella notte tra il 15 e 16 gennaio 2022, la prima volta per una manciata di minuti, la seconda volta alle prime luci del mattino del 16 gennaio 2022 per starci quasi due ore!”.
Che motivi ci vede legati dietro la scomparsa di Michele Cilli? “Non ho ancora ben chiaro il movente”, dice l’avvocato Cocchiarole, “di sicuro, qualsiasi motivo esso sia, non giustifica la brutalità di un omicidio, così come la soppressione del cadavere di Michele, ad oggi non ancora trovato. Un dolore troppo grande, quello di una famiglia, di una fidanzata, dei suoi più cari amici, non sapere dove sia Michele, non avere un funerale, una degna sepoltura. Si vive in un limbo, questa è la verità”.