Vinitaly si conferma un grande successo, crocevia internazionale per capire il futuro del vino nei mercati mondiali in una fase cruciale del mercato mondiale per i nuovi dazi imposti dal presidente americano Donald Trump. E in questo clima di grande attenzione mediatica, con gli occhi di tantissime testate internazionali puntate sull’evento, non è passata inosservata una gaffe comunicativa che ha dell’incredibile e che è rimbalzata dappertutto. Opera Wine alla Gallerie Mercatali, l’evento del sabato con i migliori produttori selezionati da Wine Spectators, è stato allestito con enormi pannelli che riproducono le opere del grande grafico americano Haring. Nessuno però ha evidentemente pensato che ci fossero diritti da pagare o autorizzazioni da chiedere alla Fondazione che difende e tutela le opere di Haring. E così su tutti i social dell’evento è stato pubblicato un atto di scuse. Veronafiere “prende atto che tutti i diritti di autore sulle opere dell’artista Keith Haring sono di esclusiva proprietà della Keith Haring Foundation Inc.e dichiara che la riproduzione o rielaborazione dei lavori di questo artista contenuta nella grafica del progetto OperaWine e dei relativi materiali di comunicazione, non è stata in alcun modo autorizzata dalla Fondazione Keith Haring”. Un vero e proprio atto di auto-accusa. Se ne sono occupate tante testate di settore perché è davvero singolare che in una realtà come Veronafiere, da sempre attentissima alla difesa e alla gestione dei propri marchi primo fra tutti appunto Vinitaly, possa essersi verificato un errore del genere. “Un errore comunicativo che ha davvero dell’incredibile. -scrive il sito Venedemmie. com- Opera Wine, l’evento di apertura di Vinitaly, la selezione più ambita dalle cantine italiane realizzata in collaborazione con Wine Spectator, ha costruito tutta la sua immagine coordinata e la sua comunicazione utilizzando e rielaborando l’immagine di opere dell’artista statunitense Keith Haring. Vedendola tutti abbiamo pensato che Veronafiere e i suoi responsabili della comunicazione e delle attività internazionali avessero acquisito – come tanti brand hanno fatto in passato – i diritti di riproduzione delle opere dell’artista. Una visione che è stata smentita da un post abbastanza sconvolgente apparso sulla pagina Instagram della manifestazione nella mattinata di ieri”. E anche sull’account Facebook di Opera Wine dove sono poi state pubblicate le foto ufficiali con grande attenzione a inquadrare il meno possibile le riproduzioni dei disegni di Haring. Ma tutti gli ospiti avranno sicuramente fotografato i pannelli con le opere grafiche non autorizzate. Un danno enorme. Un altro sito specializzato, italianwinedrunking, scrive addirittura di “Veronafiere travolta dal caso Haring”. Del resto è stata la stessa organizzazione a dover ammettere, con comunicato ufficiale, che la riproduzione o la rielaborazione dell’opera grafica di questo artista “non è stata in alcun modo autorizzata dalla Fondazione Keith Haring”.
Un incredibile errore comunicativo. La notizia rimbalzata sui siti internazionali
“Non si tratta di un errore da poco -scrive il sito specializzato-. L’uso non autorizzato di opere protette da copyright per finalità commerciali, e in un evento internazionale come questo, può avere conseguenze molto pesanti. La Keith Haring Foundation è nota per la sua rigidità nel tutelare l’eredità dell’artista e, in casi simili, agisce legalmente senza troppe esitazioni. La richiesta di risarcimento può essere proporzionata all’impatto mediatico e commerciale dell’uso illecito, quindi anche molto elevata”. Le considerazioni? “La procedura corretta è nota anche ai neolaureati in comunicazione: si contatta la fondazione, si presenta il progetto, si chiede una licenza d’uso. Ci si accorda sui termini, si pagano eventualmente i diritti e si ottiene l’autorizzazione formale. Fine. È una pratica comune, soprattutto quando si lavora con artisti noti a livello globale. Saltare questo passaggio, nella convinzione che un riferimento stilizzato basti a evitare problemi legali, è un rischio che un evento di questa portata non può permettersi. E ora? Il danno è fatto. Non c’è il tempo materiale per rifare grafiche e materiali. L’unica mossa possibile è contenere, minimizzare, forse negoziare un accordo a posteriori. Ma intanto la vicenda è già pubblica, e c’è da scommettere che le testate internazionali non resteranno a guardare”, conclude il sito. Ma ovviamente il caso non poteva essere ignorato da uno dei concorrenti di Vinitaly, vale a dire la Fiera di Milano. E infatti il sito milanowineweek.com ha dedicato ampio spazio all’incidente di Operawine. E scrive: “I rumors parlano di una diffida giunta agli uffici legali di Veronafiere da parte della Keith Haring Foundation, che ha intimato l’immediata rimozione della riproduzione e della rielaborazione dei lavori dell’artista statunitense: non potendo modificare l’immagine coordinata né gli allestimenti dell’evento, la strategia degli organizzatori di Opera Wine ha portato all’ammissione pubblica del torto e del dolo a cui seguirà – senza dubbio – la richiesta di un risarcimento danni dalla Haring Foundation. Richiesta danni che sarà commisurata ad una diffusione di immagini che va ben oltre l’evento che si terrà nel tardo pomeriggio di oggi alle Gallerie Mercatali”. Ed eravamo a sabato, vigilia dell’apertura di Vinitaly. “Le 100 aziende selezionate per Opera Wine – il “gotha” del vino italiano rappresentato da tutti i più importanti brand – hanno infatti (incolpevolmente) a loro volta utilizzato le immagini di Haring scelte da Veronafiere per ufficializzare la loro presenza nella selezione e comunicare l’evento attraverso tutti i canali di comunicazione, dai social alla stampa. Lo stesso vale per gli importanti brand sponsor della manifestazione”, prosegue milanowineweek. Insomma, “un colossale pasticcio” tenendo presente che tutto questo ruota attorno a soggetti statunitensi come Wine Spectator, come Keith Haring e come i dazi di Trump che erano alle porte. “L’errore alla base di chi, all’interno dell’organizzazione ha studiato e approvato la campagna di comunicazione – senza richiedere alla Haring Foundation la possibilità di acquisire i diritti per la riproduzione dell’immagine e per la sua rielaborazione grafica – e’ molto grave e inconcepibile per l’organizzazione di uno dei più importanti eventi fieristici internazionali del mondo vinicolo. Una topica ancora più altisonante -è il parere di milanowineweek- considerando che arriva all’inizio di un Vinitaly che inaugura a 48 ore dall’ufficializzazione dei dazi dell’Amministrazione Trump con una selezione realizzata dal più influente media vinicolo statunitense (e con uno dei più grandi artisti della storia americana e le sue opere che diventano protagoniste di questo caso di comunicazione)”. Ma comunque in alto i calici. “Un Vinitaly che – siamo certi – avrà un grande successo e che ci auguriamo possa contribuire a lanciare tutti i messaggi positivi di cui il mondo del vino – messo in difficoltà da tante contingenze sia nel mercato italiano che in quelli internazionali – ha più che mai bisogno”. MB