Il Fratta Gorzone resta in sofferenza Appaiono immutate le condizioni che rendono il corso d’acqua contaminato da Pfas

E’ approdata a Cologna Veneta (VR) “Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire” la campagna itinerante di Legambiente Veneto realizzata in collaborazione con ARPAV per sensibilizzare ed informare i cittadini sullo stato di salute dei corsi d’acqua. In occasione della tappa sul fiume Fratta Gorzone, un corso d’acqua afflitto da numerose problematiche e per questo osservato speciale da Legambiente che con il Circolo Legambiente “Perla Blu” di Cologna Veneta ha organizzato un incontro pubblico per mettere sotto i riflettori lo stato di salute del fiume e presentare la proposta di un percorso operativo per la bonifica e il risanamento del Fratta Gorzone. All’evento intervengono: Francesco Tosato, Portavoce Operazione Fiumi; Piergiorgio Boscagin, circolo Legambiente Perla Blu; Alessandro Tasinato, Portavoce del Coordinamento per il risanamento del Fratta Gorzone; Luigi Lazzaro Presidente Legambiente Veneto; Andrea Minutolo, Responsabile Scientifico Legambiente nazionale.
I parametri osservati dalla campagna di Legambiente di quest’anno, oltre al famigerato batterio Escherichia coli – i batteri fecali che permettono di verificare lo stato di depurazione delle acque – saranno Ftalati e Glifosate. Il glifosate è un erbicida di sintesi utilizzato da circa 40 anni in maniera massiccia in agricoltura mentre gli Ftalati sono una famiglia di sostanze chimiche riconducibili alla degradazione delle plastiche. I dati raccolti dai volontari di Legambiente – che verranno raccolti in un dossier conclusivo – sono fotografie puntuali di un tratto di fiume in quel momento per cui i risultati non sono estendibili in linea generale, ma consentono comunque di mettere in evidenza possibili criticità.
Per il Fratta Gorzone sono tre i punti monitorati: a Cologna Veneta, Vighizzolo D’Este ed a Cavarzere nei pressi della sua immissione nel Brenta. Per quanto riguarda gli escherichia coli i campioni prelevati sono risultati in tutti e tre i casi sotto il valore di 1000 (MPN/100ml). Si sottolinea che per gli escherichia coli qualora si superi il valore di 1000 (MPN/100ml), si comincia a prendere in considerazione la possibilità di porre delle restrizioni per uso irriguo e che il limite consigliato allo scarico deve essere inferiore a 5000 (MPN/100ml). La fotografia scattata dai volontari di Legambiente è meno critica del 2021 quando in due punti su 3 i valori riscontrati furono ben superiori ai limiti consigliati allo scarico, con 24196 MPN/100ml a Cologna Veneta e 6131 MPN/100ml a Vighizzolo D’Este. Un dato puntuale che per Legambiente è bene ricordare e non sottovalutare, e per il quale l’associazione ambientalista invita le Amministrazioni Locali a mantenere alta l’attenzione verso la presenza di eventuali scarichi o sversamenti illegali. Se da un lato i dati analizzati dimostrano un parziale miglioramento delle condizioni delle acque del fiume relativamente alla presenza di escherichia coli, appaiono invece immutate le condizioni che rendono il corso d’acqua ancora pesantemente contaminato da: Pfas, metalli pesanti, cromo totale, cloruri e solfati, sostanze che si immettono nel fiume all’altezza di Cologna Veneta, in particolare attraverso il collettore fognario A.Ri.Ca (collettore che raccoglie i reflui dei cinque depuratori di Trissino, Arzignano, Montecchio Maggiore, Montebello e Lonigo).