Per la prima volta nella storia, l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi. Sarebbe questa la conseguenza della ratifica del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) con il Canada: gli accordi in discussione prevedono infatti un esplicito via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità agroalimentari nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele. Coldiretti parla di “precedente disastroso a livello internazionale” in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori che hanno lasciato le campagne per invadere la Capitale, in Piazza Montecitorio davanti al Parlamento, dove è in corso la discussione per la ratifica del Trattato di libero scambio con il Canada. Presenti a Roma imprenditori agricoli di Coldiretti Verona con il presidente Claudio Valente e il direttore Giuseppe Ruffini, il delegato dei giovani Alex Vantini, la responsabile di Donne Impresa Franca Castellani, componenti della giunta scaligera, alcuni sindaci e un rappresentante dell’Amministrazione della Provincia di Verona. “La presunzione canadese di chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori” afferma il presidente di Coldiretti Verona Claudio Valente nel sottolineare che “si rischia di avere un effetto valanga sui mercati internazionali dove invece l’Italia e l’Unione Europea hanno il dovere di difendere i prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove, realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione e sotto un rigido sistema di controllo”. Secondo il Dossier della Coldiretti, ben 250 denominazioni di origine (Dop/Igp) italiane riconosciute dall’Unione Europea su 291 non godranno di alcuna tutela sul territorio canadese. Ad esempio dei prodotti veronesi Igp non saranno tutelati il formaggio Monte Veronese e il Radicchio di Verona. Tra i 41 protetti, invece, c’è il Riso Vialone Nano. Peraltro il trattato dà il via libera all’uso di libere traduzioni dei nomi dei prodotti tricolori (un esempio è il parmesan) mentre per altri (asiago, fontina e gorgonzola) è consentito in Canada l’uso degli stessi termini accompagnato dalle parole “genere”, “tipo”, “stile”, e da una indicazione visibile e leggibile dell’origine del prodotto.