Maglia nera. Il Veneto, additato a lungo come modello, oggi non lo è più. Oggi siamo maglia nera e Verona, purtroppo, ancora di più, Numeri alla mano, ne hanno parlato questa mattina in diretta televisiva su La7 durante la trasmissione L’aria che tira, l’infettivologo Matteo Bassetti ed il primario di Pneumologia all’ospedale di Verona, il dott. Claudio Micheletto. «Il sistema dei colori e varie zone di rischio, – ha spiegato il dott. Bassetti – dovrebbe riguardare non tanto le Regioni, ma in alcuni casi anche le province o i singoli Comuni. In Veneto ci sono delle province che stanno peggio di altre e dovrebbero essere chiuse».
Inevitabile pensare proprio a Verona. L’ipotesi dell’infettivologo Bassetti sarebbe insomma quella di una “chiusura” molto più netta e dettagliata anche all’interno di una stessa Regione, dunque localizzandola in una provincia specifica o, addirittura, in un singolo Comune. Tutte cose che, a ben guardare, stando alla normativa vigente fissata dal Dpcm già si potrebbero attuare, ma il tema delle restrizioni è di certo il più scomodo possibile politicamente parlando. Oltre a Bassetti, come detto, ha parlato anche un medico veronese, che da tempo sottolinea la grave difficoltà in cui si dibatte Verona. Appelli, quelli di Micheletto, mai del tutto ascoltati.
«Dai noi c’è stata un’impennata a partire dalla metà di ottobre, – ha spiegato il dott. Micheletto – ma ancora oggi nei nostri ospedali a Verona vediamo che siamo in crescita pur ormai a due mesi di distanza. Non vediamo la sperata discesa. Solo in azienda ospedaliera a Verona abbiamo avuto 260 pazienti Covid ricoverati, questo per dire che vi è stata una grande risposta in termini di sistema sanitario». Lo stesso primario di Pneumologia dott. Claudio Micheletto ha poi aggiunto: «È chiaro che le misure ad oggi prese non sono servite, serve qualche cosa d’altro».
Il dott. Micheletto ha inoltre risollevato un tema assai importante e, purtroppo, mai veramente preso in considerazione in Italia, vale a dire quello della necessità di proteggere la “popolazione anziana” con grande attenzione: «Io continuo ad avere più della metà dei pazienti che sono over 75 e con pluripatologie, – ha spiegato il dott. Claudio Micheletto – e quindi è vero che non è stata fatta sufficiente protezione. Probabilmente anche dagli stessi familiari, nel senso che in realtà la maggior parte di questi pazienti non escono di casa, ciò significa che il messaggio che continuiamo a mandare di prestare grande attenzione ai propri parenti, purtroppo credo sia passato solo in minima parte. Oggi noi ci avviciniamo alle feste e ai ritrovi di Natale, – ha aggiunto il dott. Claudio Micheletto – io voglio solo ricordare a tutti che la maggior parte dei nostri pazienti stanno a casa e non vanno fuori, eppure il virus arriva da loro e, quindi, il primo messaggio è proprio per i familiari: abbiate grandissima attenzione nei riguardi dei vostri parenti».
Sul tema della possibile terza ondata: «Sento parlare di terza ondata, ma per noi qui a Verona non è ancora finita la seconda».