Il distretto del mobile “non è morto” Mirandola: “Non è il momento di piangersi addosso”. Lo sviluppo del comparto

Spiace leggere, senza possibilità di contradittorio, che sui quotidiani economici si parli dei mobilieri della pianura veronese come di un settore in totale decadimento, senza idee e senza futuro. Per questo riteniamo di dover chiarire la posizione anche sostenendo le attività del Distretto del Mobile e sottolineando come questo settore, più di altri, abbia sofferto alcune politiche nazionali, come ad esempio quella dell’embargo alla Russia, che ha provocato e provoca molte difficoltà, così come oggi sta soffrendo per la situazione pandemica, che ha bloccato i mercati di tutto il mondo.Quanto riportato sono luoghi comuni che si sentono dire da chi, da molti anni, non segue più il settore e ci stupisce e rattrista che una persona di tale esperienza si pronunci in questo modo, nei confronti di un comparto che quotidianamente cerca di mutare pelle, mantenendo le tradizioni e la qualità nelle produzioni, cosa che pochi settori fanno, rivolgendosi all’estero per produzioni qualitativamente discutibili. “Prendo atto delle dichiarazioni apparse – sottolinea Andrea Prando, segretario regionale di Casartigiani Veneto e Consigliere camerale – ovviamente non le condivido, ma il fatto che se ne discuta diventa uno sprone per rimettere al centro il tema dello sviluppo che vogliamo dare a questo settore aiutando il distretto e le aziende del territorio ad una rinnovata collocazione nel mercato internazionale con nuovi sistemi, vista l’attuale crisi dovuta dal Covid-19”. “Il settore – chiarisce Tiziano Mirandola, artigiano e rappresentante della categoria mobilieri per Casartigiani – ha ancora la capacità di essere trainante per i territori e per le famiglie della pianura. Ciò di cui ha bisogno è attenzione a tutti i livelli, rispetto al sostanziale stato di dimenticanza in cui si trova ora. Non è però il caso di piangersi addosso: capacità e qualità di produzioni ci sono. Serve unire le forze per un nuovo piano di promozione e di investimenti del settore dei mobilieri, anche alla luce della situazione pandemica che si sta vivendo”. Dal canto loro Paolo Piubelli (presidente Lignum), Alessandro Tosato (vicepresidente), Nicolò Fazioni, GIanfranco Guarise, Marco Negri e Giacomo Lanfredini ricordano che qunado si parla del distretto del mobile di Verona, Padova e Rovigo ci si occupa di una filiera che conta 1207 partite iva attive, 6700 addetti occupati, che esporta in 53 paesi nel mondo, e realizza 1,09 miliardi di fatturato annuale complessivi che “può avere difficoltà2 ma non può certo essere “morta”.
Siamo anche il territorio dove giovani imprenditori si rimboccano le maniche ogni giorno per creare sistemi nuovi di lavorare e proporre il legno: la progettazione, il su misura, il contract, la sartoria al servizio delle grandi firme internazionali. Tutto questo ha permesso di fiorire a vere e proprie eccellenze, piccole, che fanno poco rumore, ma che rappresentano i nostri comuni nel mondo.