Il difficile ultimo miglio di Zaia Alla fine della grande partita per un posto nella Giunta Regionale di Palazzo Balbi i meloniani veronesi sono rimasti a bocca asciutta. Il governatore ha infatti preferito la giovane rodigina Valeria Mantovan. I rapporti a Centrodestra sempre più tesi

Salvini e Zaia a Villafranca ph.Udali Renzo 328/3986252

E alla fine della grande partita per un posto nella Giunta Zaia i meloniani veronesi, che da sempre si sentono sottorappresentati, sono rimasti a bocca asciutta. Dopo la nomina di Valeria Mantovan, fino ad oggi giovane sindaco di Porto Viro (Rovigo), a nuovo assessore della regione Veneto a Istruzione, Lavoro, Formazione e Pari Opportunità al posto di Elena Donazzan stravotata al Parlamento europeo. Sull’ingresso in Giunta i veronesi ci facevano conto. Avevano anche sottoposto alcuni nomi di donne di area FdI da sottoporre a Meloni e a Zaia.Ma non c’è stato niente da fare. Verona resta fuori dalla Giunta, a parte Elisa De Berti. Daniele Polato, pure lui votatissimo ed eletto al Parlamento europeo ha lasciato il posto in Consiglio regionale a Stefano Casali primo dei non eletti ma il tentativo di scalata alla Giunta si è fermato lì. Il presidente Luca Zaia ha preferito la rodigina emergente senza dare spazio ai veronesi e con la evidente volontà di non dare spazio ai fratelli veronesi nella corsa alla futura presidenza che viene rivendicata dal partito di Meloni. I rapporti tra alleati del centrodestra sono dunque sempre più tesi in vista del voto del prossimo anno. «L’impegno era di nominare il nuovo assessore entro fine settembre ed è stato mantenuto – ha sottolineato Zaia -. La nomina ha premiato un amministratore giovane e donna, caratteristiche che sono state due presupposti per la scelta insieme al curriculum. L’assessore Mantovan, infatti, è stata assessore e sindaco, è laureata in giurisprudenza ed ha esperienza professionale nel campo della pubblica amministrazione. Un curriculum vasto che annovera tra le prime esperienze anche quelle più semplici che dovrebbero avere tutti i giovani all’inizio della loro carriera. In questa nomina c’è, appunto, anche la volontà di dare spazio ai i giovani. Come amo ripetere, infatti, i giovani non devono essere considerati il futuro ma il presente della nostra comunità». Fratelli d’Italia proprio con la componente Urso Donazzan rivendica la guida della Regione quando, tra un anno, Zaia non potrà più ripresentarsi per la presidenza (ma per il Consiglio regionale sì); Forza Italia ha già detto più volte con il segretario nazionale Tajani che per la presidenza della Regione c’è pronto Flavio Tosi, ex assessore regionale alla sanità, ex sindaco di Verona e già parlamentare di Forza Italia, ora eletto a Strasburgo. E proprio contro Tosi si è scagliata la Lega già varie volte, anche con l’assessore regionale Elisa De Berti che ha sottolineato di aver fatto per Verona molto di più di Tosi, prendendosi la replica piccata di Alberto Bozza, consigliere regionale di Forza Italia.

Tosi punta in alto, ma la Lega dice no. Anche la vicepresidente veronese De Berti lo ha attaccato beccandosi la replica di Bozza

Sullo sfondo di tutto questo ci sono anche le recenti battaglie di Forza Italia sui diritti, per esempio lo ius scholae che è indigesto sia alla Lega che a FdI, tanto che il segretario regionale del Carroccio Stefani ha dichiarato che Forza Italia non si sta comportando da alleato del centrodestra. E poi c’è il tema dell’autonomia con il problema dei Lep e l’autonomia differenziata ben diversa da quella del Trentino e con lo spettro del referendum per bocciarla. Come garantire che l’autonomia venga salvata? Si stanno accendendo insomma i fuochi della campagna elettorale, anche perché sono sempre più fitte le voci di una candidatura di Zaia per il Consiglio regionale: una sua lista insieme con quella della Lega sarebbe molto forte.La Meloni cercherebbe di portare Zaia alla presidenza di qualche ente di primo piano (Coni?). O Zaia farà il sindaco di Venezia al posto di Brugnaro? E questo ultimo anno di attività regionale, sulle grandi scelte cosa succederà con il bilancio che farebbe acqua? C’è solo una scelta di fronte al buco della sanità e al buco della Pedemontana: la manovra per aumentare l’Irap alle attività produttive. Un segnale che sarebbe negativo quello di colpire le imprese, le Pmi e le aziende tanto care all’elettorato berlusconiano. Da dove prendere le risorse? Forza Italia frena, vuole rivederla. Ma allora si deve tagliare la spesa degli assessorati, tra gli 80 e i 100 milioni. Ma ci sarà un confronto o no? Sembra facile la rotta di collisione: sarà un ultimo anno molto difficile… Chiedere soldi ai veneti per i debiti fatti dai veneti… altro che autonomia. Intanto si pensa alle poltrone, assessorati e vicepresidenze del Consiglio regionale. Avanti finché si riesce…

M.Batt