Nelle notti di lunedì 19 e martedì 20 giugno, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, il palazzo della Gran Guardia si accenderà di blu. Anche il Comune di Verona, insieme ad altre 16 città italiane, aderisce infatti alla campagna Hope Away from Home dell’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati che mira ad accendere i riflettori su quanto tutti noi possiamo fare per dare ai rifugiati più speranza e più opportunità mentre sono lontani da casa. Per l’occasione l’associazione “One Bridge To Idomeni” ha messo insieme un vasto programma che ha le sue radici nel lontano 2016 quando chiedeva di rivolgere lo sguardo verso i muri costruiti dalla Grecia all’Italia dall’Unione Europea per respingere le persone in movimento che attraversavano la rotta balcanica. “Siamo passati – dicono – dalle testimonianze dalla rotta balcanica alle proposte di co-abitazione; dai movimenti indipendenti ed extra-istituzionali che rispondevano alla richiesta di accoglienza e ospitalità alle Frontiere come luoghi di incontro. L’anno scorso ci siamo posti la domanda “Quanto lontano possiamo andare?”, facendoci aiutare dal cinema. Quest’anno, nella desolazione delle politiche nazionali e comunitarie che vedono le persone in movimento come estranei a cui fare la guerra, ci chiediamo quali sono gli spazi in cui muoverci e le azioni politiche che possiamo mettere in campo. Vogliamo raccogliere spunti, tracce e raccontare i nostri progetti per arrivare, attraverso questi, alle tematiche sulle quali lavoriamo e studiamo: la Rotta Balcanica e confini d’Europa; i discorsi d’odio e le categorie razziste; le attività di solidarietà dal basso e, oltre a ciò, proiezioni cinematografiche, laboratori, cibo e concerti”. Il luogo prescelto è quello del Forte Sofia in via Monte Novegno. Tutte le sere alle cene ci pensa l’associazione Senegambia. Previsto anche lo spettacolo teatrale “A casa loro” di Nello Scavo e Giulio Cavalli la sera del 20 Giugno: la prenotazione sarà obbligatoria. Per martedì 20 alle 19 è prevista la discussione sul decreto legge “Cutro” con l’associazione “Avvocati di strada” e Giulio Cavalli.