Il Covid non intacca il patrimonio Fism Presentato il primo bilancio sociale delle paritarie. Calo di iscritti ma il sistema tiene

Cinquant’anni vissuti per i bambini, con i bambini, costruendo il futuro. E’ l’ambizioso traguardo raggiunto da Fism Verona, l’associazione che riunisce le scuole materne e i nidi integrati di ispirazione cristiana della provincia scaligera, che il 13 marzo ha celebrato il mezzo secolo di vita da quando, lo stesso giorno del 1971, la lungimiranza dell’allora vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Carraro, diede vita all’Adasm (l’Associazione Degli Asili e Scuole Materne) poi divenuta Fism (Federazione italiana scuole materne). Egli aveva colto l’urgenza di un organismo provinciale che valorizzasse l’opera educativa di tante realtà scolastiche sorte grazie ai carismi fondativi di congregazioni e comunità parrocchiali. Cinquant’anni dopo quelle realtà, che a Verona e provincia sono ormai 175 (con 74 nidi, di cui 73 integrati) e accolgono ogni giorno 14mila bambini grazie all’impegno di oltre 2mila dipendenti e più di mille volontari, sono raccontate nel primo Bilancio Sociale della Federazione. Un documento che descrive un impegno fatto di partecipazione, solidarietà, lavoro educativo, dialogo con il territorio e con una rete molto ampia di famiglie. E un documento che assume ancora più rilevanza in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, in cui bimbi, famiglie e personale sono messi di nuovo a dura prova dalla chiusura imposta dalle misure di contenimento del virus.
L’ANNIVERSARIO. «Proprio i dati che emergono da questo Bilancio Sociale dimostrano che nemmeno l’effetto Covid, nonostante le limitazioni e l’incertezza di gestione anche per le scuole durante il primo lockdown, è riuscito ad intaccare il vero patrimonio generato dalle nostre strutture in tutti questi anni: il nostro capitale sociale, che va custodito, valorizzato ma più che mai, oggi, anche fatto conoscere», spiega il presidente di Fism Verona Ugo Brentegani.
LA RETE DI FISM VERONA. Le realtà associate sono l’80 per cento delle scuole dell’infanzia paritarie della provincia e oltre il 53 di quelle totali. In un terzo dei Comuni veronesi svolgono un ruolo ancor più indispensabile, rappresentando gli unici servizi per l’infanzia presenti, in assenza di scuole statali. Nella maggior parte dei casi, le strutture scolastiche aderenti sono gestite da Comitati Genitori, che in modo volontario si assumono la responsabilità della gestione realizzando lo spirito fondativo: promuovere una scuola per l’infanzia che sia espressione della comunità locale. Quanto alla forza lavoro impiegata, sia la compagine educativa (formata da oltre 1.300 fra insegnanti ed educatori) che le 730 unità di personale ausiliario risultano stabili (solo il 20 per cento ha contratti a tempo determinato), a ulteriore garanzia della qualità dei servizi per le famiglie.
«Vorrei far emergere anche il grosso lavoro formativo predisposto in questi anni per creare qualità nella relazione professionale, condividere pensieri di appartenenza educativa e sperimentare progetti innovativi», aggiunge Francesca Balli, referente del Coordinamento pedagogico ZeroSei, 14 pedagogiste che all’interno di Fism Verona assicurano per tutte le scuole un chiaro filo conduttore nei criteri che guidano il lavoro educativo.