Qualche giorno fa, mi sono detta che era arrivato il momento di fermarmi a riflettere sul mio lavoro come coach. Perché un conto è rassicurare i miei clienti dicendo che io ci sono sempre, che il mio lavoro non si ferma nonostante tutto; un altro però è rassicurare me stessa: ci sono come coach, ma il “come” è sempre lo stesso o qualcosa è cambiato?
Travolta come tutti dagli eventi dell’ultimo anno, mi sono accorta di aver adattato, o meglio, evoluto il mio modo di lavorare quasi senza accorgermene, forse inconsapevolmente, ma comunque senza rinunciare ai valori che ritengo fondamentali in questo mestiere. Quindi, come ho visto cambiare il coaching dal mio punto di vista?
In questa situazione, se da una parte c’è una difficoltà intrinseca nel fare coaching – il potersi trovare in presenza, le distanze da mantenere – che è fatto di relazioni umane, dall’altra ho notato una impellenza crescente: le persone hanno bisogno di questo tipo di percorsi. E per fortuna, l’accelerazione verso un uso quotidiano e più abitudinario dei software per le videoconferenze è stata un bene, perché senza i digitale sarebbe praticamente impossibile fare questo lavoro a distanza.
La prima riflessione che mi viene da fare è che la riuscita di un percorso di coaching fatto attraverso il digitale dipende dall’approccio umano del coach. Io mi sono imposta di coltivare ancora di più l’empatia, anche se mi ritrovo a parlare con le persone attraverso uno schermo. Accoglienza, attenzione, calore sono concetti chiave per me e tenerli sempre presenti mi ha aiutata ad avvicinare l’esperienza digitale a quella fisica.
In secondo luogo, il riuscire a creare relazioni nonostante la distanza passa molto dal mettere le persone nelle condizioni di parlare come se mi avessero di fronte in carne e ossa. In questo paraverbale e non verbale giocano un ruolo fondamentale: guardare negli occhi, usare la mimica facciale, alleggerire la distanza fisica con il tono della voce. Tutto concorre a non mostrarsi distratti e a creare una “bolla” tra coach e persona di là dallo schermo. È importante comunicare totale attenzione, per assottigliare il filtro digitale. In quel momento sono lì per lui o lei, e cerco di essere più naturale possibile per far percepire contatto anche a distanza.
Se penso invece ai contenuti degli incontri in modalità digitale, devo dire che vi è un bisogno maggiore rispetto a prima nel ridefinire strategia a medio termine e obiettivi aziendali – e come arrivarci ora – da parte dei vertici e dei responsabili di funzione. Ma se ci pensate questo è naturale: in un momento di incertezza generale, fare chiarezza è una necessità quasi biologica.
Di pari passo con questo bisogno, una richiesta che mi fanno spesso è di essere d’aiuto nella gestione emotiva e dello stress. Spesso questo è anche dovuto al fatto che serve un lavoro pragmatico sulla gestione del tempo, sulla flessibilità e sull’organizzazione – organigrammi e mansioni comprese – che sono aspetti portatori di un possibile disorientamento nelle persone, se non sono governati a dovere.
Infine, un’altra richiesta frequente è quella di sviluppare le competenze comunicative. Molti manager, ma non solo loro, vogliono farsi trovare pronti per affrontare testimonianze, interviste e webinar, ma pensano già alla ripartenza e a come sarà il tornare a comunicare di persona. E in questo il percorso per diventare brand ambassador che propongo è senz’altro d’aiuto, perché sviluppa tutte le competenze relazionali.
Tanti clienti mi dicono che preferiscono la relazione fisica, ma che è molto funzionale anche il coaching a distanza. E in più è comodo! Da qui traggo l’ultima riflessione: è bene già pensare al dopo, a come potrebbe essere il futuro del coaching, e io credo che la situazione ottimale si avrà mettendo assieme le due modalità, in presenza e da remoto. Il digitale è un’opportunità da non buttare, non viviamola come una costrizione dovuta alla pandemia.
Tiziana Recchia
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Fondatrice, titolare e amministratrice di Cassiopea. Da oltre 25 anni è business e life coach, si occupa di formazione e supporta le aziende nei momenti di cambiamento. Collabora con la redazione de “La Cronaca” per portare il suo punto di vista esperto nel mondo del business.