“Il Covid 19 perde potenza. Ed ora è meno pericoloso” ”Però, guai pensare di aver vinto la guerra, la strada è lunga”

La mutazione del virus secondo gli esperti, è abbastanza normale, ma per dimostrare che la potenza del Covid si è davvero attenuata “servono le prove scientifiche di una mutazione che lo porti ad adattarsi all’ospite, cioè all’uomo. Un virus nuovo è sempre molto aggressivo nelle prime fasi, poi impara a convivere con la sua ‘vittima’. Si tratta di un atteggiamento opportunistico, che gli consente di sopravvivere. Se un virus uccide l’ospite (come il virus Ebola) non ha, a sua volta, possibilità di replicarsi. Ci aspettiamo che questo nuovo coronavirus possa pian piano diventare innocuo, come i suoi ‘cugini’, responsabili del raffreddore”.
“Stiamo osservando che il Covid-19 perde potenza. Evolve, ma perde contagiosità e, probabilmente, letalità”. E’ quanto ha affermato Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma durante un’audizione in Senato. Dello stesso parere è anche Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele di Milano: “E’ molto probabile che l’arrivo del caldo possa influenzare il livello di aggressività del germe”.
In un’intervista Clementi ha affermato: “Nell’uomo circolano quattro coronavirus ‘ingentiliti’, di cui due molto simili a Sars-CoV-2 per caratteristiche chimico-fisiche (beta-coronavirus). Tutti provocano infezioni modeste, tranne nei bambini molto piccoli, da 0 a 2 anni, in cui possono portare allo sviluppo di bronchiolite. E tutti circolano solo in inverno, per sparire invece nei mesi caldi. Come ha giustamente osservato il virologo americano Robert Gallo, la diffusione di Sars-CoV-2 ha dapprima interessato l’emisfero Nord e ora si sta spostando nei Paesi dell’emisfero Sud, dove sta iniziando la stagione invernale”.
Il virus è meno aggressivo?
“Le cose sono nettamente cambiate da circa due settimane e, come vediamo, le terapie intensive si stanno man mano liberando – ha detto ancora Clementi -. L’infezione non sfocia più nella fase gravissima, la cosiddetta ‘tempesta citochinica: lo vediamo in ospedale, anche se per ora è solo un’osservazione empirica. In generale sono in forte calo i pazienti che hanno bisogno di ospedalizzazione, l’epidemia c’è ancora ma dal punto di vista clinico si sta svuotando”.
L’immunità di gregge? “Senza un vaccino non si può fermare il virus. Nel caso del morbillo, causato da un virus molto contagioso (come Sars-CoV-2), serve che in una comunità ci sia il 95% di immuni perché sia protetto anche il restante 5%. E’ appunto l’immunità di gregge. Inoltre, nel caso del nuovo coronavirus, sappiamo che potrebbe non esserci una correlazione esatta tra titoli anticorpali rilevati con gli attuali test e quantità di anticorpi neutralizzanti, quindi non sappiamo quanto le difese a nostra disposizione siano efficaci. Non abbiamo nemmeno certezza in merito alla loro durata. Sulla questione dell’immunità servono ulteriori dati”.