La stagione turistica 2020 rischia di saltare e per le quasi 60 piccole imprese del settore nautico e servizi della sponda Veneta del Lago di Garda il conto da pagare sarà salatissimo: si parla del 100% di perdite. “Ci vorranno due anni per ricostruire non solo l’immagine dell’Italia e del Lago di Garda, ma la stessa capacità competitiva che fino ad ora ci distingueva”, afferma Ilenia Mosele, presidente di Assonologarda, realtà aderente a Confcommercio Verona.
“Le imprese che rappresento rischiano di non aprire affatto. E questo sarebbe un durissimo colpo per il Pil della nostra regione, dato che lavorano in sinergia e in modo complementare ad alberghi, campeggi e alle tante attività commerciali del turismo. I nostri stessi lavoratori quest’anno non potranno essere con noi e parlo di un gruppo di professionisti, non di semplici lavoratori, che da anni operano nel settore e che hanno investito in competenza, conoscenza e professionalità. La ricaduta sociale rischia di essere davvero pesante”.
Per questo Assonologarda, per bocca della presidente Mosele, chiede alle Istituzioni tutte, Comuni, Regione e Governo un primo forte intervento: “Le priorità sono la sospensione dei pagamenti dei canoni di concessione per la stagione 2020 con recupero di un anno di durata e l’applicazione alle concessioni lacuali della Legge n°145/2018 che proroga di 15 anni tutte le concessioni marittime, ma non quelle lacuali, dimenticando che da anni la legge ci ha parificato al marittimo; ciò blocca di fatto coloro che vogliono investire in qualità e soprattutto sicurezza”.
“Ringrazio la Regione Veneto per l’ascolto e la collaborazione sino ad oggi ricevuta, in modo particolare l’assessore Elisa De Berti, che con determinazione ci ha reso partecipi ai tavoli dei lavori”, aggiunge Mosele. “Proprio per questo mi appello ai nostri sindaci e alla Regione per chiedere appunto la sospensione di tali oneri e la riduzione per i prossimi anni al fine di una ripresa graduale e costante di tutte le piccole imprese, molte famigliari, che da sempre caratterizzano con fierezza e determinazione il nostro meraviglioso territorio”.
“Vorremmo poter tornare a offrire ai nostri lavoratori e ai nostri collaboratori un sistema di lavoro flessibile e tutelato; senza queste prime misure è però inutile nascondere che il nostro comparto tutto subirà enormi perdite in misura di professionalità, di qualità e non per ultima economica”, conclude Mosele.