Trentun anni, un talento cristallino e un carisma interpretativo molto maturo, a dispetto della giovane età. È il russo Evgeni Konnov il vincitore della dodicesima edizione del Concorso pianistico internazionale Città di Verona, che ha chiuso i battenti al Teatro Nuovo dopo cinque intensi giorni di musica.
È il russo, dunque, che dopo aver sbaragliato la concorrenza di oltre 130 giovani pianisti da tutto il mondo, con la sua lettura del Concerto n.1 in si bemolle minore op. 23 di Čajkovskij durante la finalissima con l’orchestra della Fondazione Arena ha convinto la giuria, composta da Roberto Pegoraro, direttore artistico del Concorso, e dai colleghi pianisti Edoardo Strabbioli (Italia), Violetta Egorova (Russia) e Francesco Libetta (Italia), oltre che il pubblico, che gli ha tributato un’autentica ovazione.
L’esecuzione di Konnov non è stata solo brillante, appassionata, tecnicamente assai valida, ma ha anche avuto il merito di esaltare lo spirito della composizione, pervasa da fremiti e impulsi espressivi che già annunciano il tardo romanticismo. Inoltre, nei frangenti lirici, come nel secondo tempo l’Andantino, il trentunenne pianista russo si è fatto apprezzare per il timbro cristallino, quasi trasognato, con il quale ha saputo infondere il suo pianismo.
La 28enne italiana Michelle Candotti e l’ucraino Roman Fediurko, di soli 19 anni, si sono divisi ex aequo il secondo premio. Se la nostra artista, che ha anch’essa eseguito il Concerto n. 1 di Cajkovskij, è stata meno efficace nel rendere lo spirito della composizione, da parte sua il diciannovenne Fediurko, che ha presentato il difficilissimo Concerto n. 3 di Rachmaninov, non ha saputo governare appieno la volumetria timbrica dell’opera, pur dimostrando di possedere doti tecniche davvero non indifferenti.
Tra i premi speciali, sempre a Konnov sono andati anche il Premio della Giuria «Peppino Milani», e il premio «Aldo Ciccolini» per la miglior esecuzione del concerto con l’orchestra, oltre che al riconoscimento da parte della giuria Junior formata da due classi del Liceo musicale Montanari di Verona. Premio per la Miglior sonata classica, invece, a Roman Fediurko, mentre Candotti è stata premiata come miglior talento femminile del Concorso.
Grande la soddisfazione, per il direttore artistico Roberto Pegoraro, di aver «accolto e offerto al pubblico veronese l’ascolto di grandi talenti della tastiera che, come accaduto nelle precedenti edizioni, ne siamo certi, prenderanno ora il volo per brillanti carriere concertistiche. Nel solco dello spirito del concorso, che è anche quello di creare occasioni di confronto e dialogo tra le culture e le nazionalità. Dialogo ancor più importante», conclude Pegoraro, «in una edizione che ha riunito sul palco un’italiana, un russo e un ucraino, in un unico grande abbraccio nel segno dell’arte e della musica».
Al vincitore vanno 10mila euro, un contratto discografico con l’etichetta Fluente Records per la registrazione, pubblicazione e distribuzione di un disco in formato digitale e una tournée concertistica in Italia nell’ambito della prossima edizione del Verona Piano Festival.