Una porta nel cielo. Un’autobiografia: pubblicato vent’anni fa, “Una porta nel cielo” è il ritratto più autentico di Roberto Baggio, calciatore e uomo, colto in quel preciso momento, a un paio di stagioni dal ritiro: una fotografia dai colori ancora brillanti, una testimonianza preziosa, una storia che non si può dimenticare. L’unico testo cui il grande campione ha affidato senza reticenze, ma con il suo stile sempre misurato, i ricordi, le confidenze, le rivelazioni, gli «sfoghi gentili» della sua carriera di calciatore: l’esordio precocissimo, la serie A, il tormento senza fine del ginocchio infortunato; i rapporti con gli allenatori, con le società, con i «colleghi» e con i tifosi; il numero 10, la Nazionale e i rigori; ma anche gli affetti, gli amici, le piccole cose di ogni giorno, il richiamo della natura, e soprattutto la scoperta della dimensione spirituale della vita.
Uno sportivo capace di sacrifici impensabili, un campione dotato di un talento purissimo, un uomo riservato che non si è mai arreso…
Pur a distanza di anni “Una porta nel cielo” resta una lettura ricca ed emozionante: la fotografia di un momento preciso, di svolta. Una manciata di mesi prima del ritiro, alla domanda «Che futuro ti attende?», Roberto Baggio rispondeva: «Non lo so. Allenare professionalmente, al momento, non è in cima ai miei pensieri. Ho una gran voglia di contemplare la natura, di dedicare tempo a me stesso e agli altri. Credo che farò una vita appartata, lontano dal frastuono, dai luccichii ingannevoli”.
Quello che in realtà ha fatto, lontano dai riflettori, mai visto in TV, ma sempre nel cuore della gente, che l’ha sempre avvertito vicino, vero, come pochi grandi hanno saputo essere. La sua vita nel segno della semplicità, la famiglia, la caccia, pochi amici veri. Il calcio? Un approccio con la Federazione, ma l’impossibilità di calarsi in un realtà fatta (spesso) di compromessi e di opportunismo.Quello che RobiBaggio non è mai stato. Robybaggio, scritto tutto unito, come Paolorossi. Come solo i grandi.