“Il citrobacter, un caso ancora aperto” "La relazione del Ministero della Salute evidenzia carenze e omissioni incredibili"

“La relazione del ministero della Salute sui casi di citrobacter a Borgo Trento evidenzia carenze dei vertici aziendali, sia dal punto di vista della governance che della comunicazione interna”, afferma Annamaria Bigon, consigliere regionale del Pd, tornando sul caso del batterio killer di Borgo Trento. “Il direttore generale sapeva già da dicembre 2019 che si era verificato almeno un caso, ma non ha fatto niente, anzi ha ripetuto più volte di esserne venuto a conoscenza solo a maggio, istituendo a giugno una Commissione esterna. È poi incredibile che il Comitato Infezioni Ospedaliere si sia riunito quattro volte nel 2018 e altrettante nel 2019 senza mai affrontare il tema del citrobacter. Tuttavia per evitare che episodi così gravi possano ripetersi è necessario fare molto di più sul fronte della prevenzione. E nessuno può chiamarsi fuori”.

“Sono vicina al dolore delle mamme, la morte e le lesioni dei piccoli non devono cadere nel nulla o con pochi capri espiatori. Va fatta immediatamente giustizia con la condanna di coloro che hanno sbagliato ed omesso il controllo e ricreato subito, per tutte le future mamme, un servizio di vera eccellenza”.

“Non credo invece sia opportuna una gara su chi ha stilato la ‘relazione migliore’, come ha fatto ieri il presidente Zaia, ma semmai capire come evitare casi analoghi a quello di Borgo Trento. Le Ica (Infezioni correlate all’assistenza), che colpiscono tra il 5 e l’8% dei pazienti ricoverati, si possono ridurre, a condizione che ci siano adeguate linee guida sulle misure di prevenzione e protezione e vengano rigorosamente seguite. Personalmente, però, non sono riuscita a rilevare studi multicentrici regionali di prevalenza sulle Ica, né la Relazione sociosanitaria della Regione del dicembre 2019 dedica sufficiente attenzione a questa problematica. Penso sia invece indispensabile promuovere uno studio di prevalenza regionale e attivare un finanziamento ad hoc nel bilancio per le procedure di contrasto alle infezioni in raccordo con il Ccm (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie). Ma non solo – continua Bigon – va creata una vera e propria rete regionale di sorveglianza delle Ica, con corsi, seminari ed eventi formativi”, propone ancora la vicepresidente della commissione Sanità, prima di parlare dei problemi dei reparti maternità degli ospedali veronesi: “Con la chiusura a Borgo Trento, manca ancora una Terapia intensiva neonatale. E ci sono problemi anche per le normali gravidanze, visto che strutture come il Magalini di Villafranca sono tornati a essere Covid center, con conseguente sovraccarico per altri nosocomi della provincia”.