Il Catullo, o meglio i suoi passeggeri che arriveranno a frotte, si spera, nei prossimi anni, rischieranno di restare a piedi. Non decolla infatti il progetto di un collegamento ferroviario tra la stazione di Porta Nuova e lo scalo aereo, la convenzione tra Regione e Rfi sta muovendo i primi passi solo ora. E se con il nuovo terminal Romeo, i nuovi voli di Ryanair e il richiamo delle Olimpiadi del 2026 dovessero davvero arrivare migliaia di nuovi passeggeri, come raggiungeranno la città?Il protocollo Regione-Rfi, a che punto è? La vicepresidente della Regione Elisa De Berti risponde a La Cronaca di Verona: “Stiasmo lavorando su alcune valutazioni. Nel giro di qualche mese conto di aprire il tavolo ufficial con le amministrazioni comunali che potranno essere interessate”.
Al di là della buona volontà, i tempi saranno comunque lunghi, ben oltre le Olimpiadi, se mai si riuscirà a realizzare il collegamento ferroviario. Che deve quindi ancora muovere i primi passi come dice lapidario il deputato Flavio Tosi della commissione Trasporti alla Camera: “Al momento non risulta alcun atto concreto per il collegamento ferroviario tra il Catullo e la città”. “E’ chiaramente una occasione persa per la Verona” osserva Alessia Rotta che da parlamentare del Pd aveva seguito la vicenda che ora riprenderà in mano da segretaria cittadina del partito, “il nostro aeroporto è sempre più in subordine a quello di Venezia e non si capisce quale sarà il suo destino e quali saranno le infrastrutture per potenziarlo vistoi che potrebbe essere un Hub per il Garda e l’Alto Adige”.
L’ipotesi che nel giro di un paio d’anni il flusso di passeggeri al Catullo possa realisticamente aumentare non è campata per aria. Lo si è capito l’altro giorno alla presentazione dei nuovi voli Ryanair. La notizia che la più grande compagnia aerea low cst, Ryanair, incrementa i voli da Verona, oltree che da Venezia e Treviso, sta creando un forte dibattito tra gli addetti ai lavori e in città sul reale potenziamento del nostro scalo, che da tempo fa fatica a salire oltre i 3 milioni di passeggeri l’anno. Verona è penalizzata rispetto a Venezia visto che il gestore tecnico Save punta più su Venezia che sul Catullo. E quindi quali sono le dinamiche e gli scenari per il prossimo futuro? Cosa accadrà quando il nuovo terminal sarà pronto? Oltre al progetto Romeo verrà mai fatto anche l’altra parte del progetto Giulietta, per completare arrivi e partenze o si resterà con una scarpa e uno zoccolo?
Tutte domande che aleggiano con curiosità in città in attesa di conoscere il bilancio e con la quasi certezza ormai che sarà necessario un nuovo aumento di capitale che sarà molto difficile per i soci soprattutto pubblici.
Ryanair ha comunicato con il suo direttore commerciale Jason McGuinness che quest’estate aumenteranno le frequenze settimanali su alcune destinazioni già esistenti. In particolare per Palermo più 3 voli settimanali,Bruxelles Charleroi più 2. Brindisi più 1, Dublino più 1 frequenza settimanale, così pure per Lamezia, Birmingham e Londra Stansted. In termini numerici che cosa significa? Per volumi di posti passeggeri, i 9 voli in più significano un raddoppio della disponibilità rispetto al 2022 e un aumento del 145 per cento rispetto al 2019.
Ma quello che è emerso dalle parole di McGuinness è un “non detto” che può rivelarsi molto interessante per Verona. Se Venezia, infatti, non toglierà la nuova tassa per passeggero Ryanair dovrà rivedere il suo sviluppo in laguna. “Il Comune di Venezia deve essere ragionevole ed eliminare la proposta di introdurre una nuova tassa di 2,5 euro (per ogni passeggero in partenza) che renderebbe Venezia Marco Polo uno degli aeroporti italiani più costosi. La crescita per questa estate in Veneto, è subordinata all’abolizione della nuova tassa affinché Ryanair possa continuare a crescere ed investire nella Regione”.
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