Dopo due anni, nel marzo scorso, è ritornato nel piccolo giardino di via Armando Diaz, all’angolo con lungadige Panvinio e il ponte della Vittoria, il Capitello dell’agnello. Una alta colonna con sopra un agnello di marmo è un’opera decisamente curiosa. Chi sospetta che sia un’insegna di un mercato, ovviamente di ovini, si sbaglia di grosso.
Cos’è il capitello dell’Agnello
Il Capitello dell’agnello è un monumento dedicato alla corporazione dei lanai: è di epoca veneziana e vuole ricordare una delle più importanti attività artigianali e commerciali dei veronesi attiva fin dal X secolo e che nel Duecento e nel Trecento ha reso la nostra città una delle più famose e ricche d’Europa.
La corporazione dei lanai è attestata in un documento del 923 del vescovo Raterio e da essa è derivata la stessa Casa dei Mercanti che nacque, nel 1210, come Casa dell’Arte della lana. Era una attività che raggruppava vari mestieri, tutti legati alla produzione e al commercio della lana: garzatori, folladori, filaroli, battilori, tintori, drappieri e poi i venditori.
Nella zona del Capitello dell’agnello iniziava la lavorazione della lana grezza con il purgo sull’Adige: era la prima fase, che consisteva nel lavaggio e nella pulizia della lana, operazioni da cui dipendeva la qualità del prodotto. L’Adige, allora, era a contatto delle case e delle strade che arrivavano a pelo dell’acqua. Per lavare e pulire la lana, i lavoratori scendevano in riva al fiume.
Il Capitello dell’agnello è stato collocato dopo che fu aperta la piazzetta di San Michele alla Porta nel 1592: siccome l’Arte della lana demolì qui un edificio di sua proprietà, pose in ricordo la colonna con l’agnello e gli stemmi dei suoi rettori. E’ l’indicazione del diritto di suolo, cioè della proprietà privata dell’Arte della lana. Fino al Novecento, la zona era popolarmente chiamata “la piassetta de l’agnel”. Lì vicino vi era la chiesetta di San Michele del XII secolo, consacrata nel 1184 da papa Lucio III che verrà soppressa nel 1806. Inoltre, le case, che sorgevano in questa area, furono demolite quando venne costruito il ponte della Vittoria, inaugurato il 4 novembre 1929. Così di questo piccolo quartiere storico, oggi, è rimasta solo la Colonna dell’agnello.
Tornando all’arte della lana, a distanza di sette secoli, in città sono rimaste tante tracce di questa attività: le più curiose sono tra il Duomo e il ponte Pietra. Si tratta delle altane, terrazze all’ultimo piano dei palazzi, coperte dal tetto, ma aperte ai quattro lati, per consentire la massima aerazione: servivano per mettere ad asciugare le lane. Per individuarle, in questa zona, basta alzare gli occhi.