Il “Brutto” è Sboarina, perché chi governa, agli occhi dei nemici e spesso anche dei finti amici, sbaglia sempre. Nessuna valutazione estetica, ci mancherebbe. L’opposizione, capeggiata da Tosi, “il Cattivo”, tenta di impallinarlo da tre anni e mezzo. A volte i colpi sono andati a bersaglio ma il sindaco ha sempre riportato ferite superficiali.
I seguaci dell’ex primo cittadino e di Zingaretti, o comunque i rappresentanti del centrosinistra, provano da tempo a disarcionare l’avvocato in trench, ma senza successo. Sboarina il Brutto, in realtà apprezzato dal pubblico femminile, ha accusato diversi colpi, ma è ancora in sella. Significa che ha la pellaccia più dura di quanto non sembri. Non è per nulla chiaro se sarà ancora lui lo sceriffo del centrodestra alle prossime elezioni comunali, previste per la primavera del 2022.
All’interno della coalizione c’è un po’ di frizione tra salviniani, zaiani e meloniani. Per non parlare dell’ormai consolidato clima da saloon tra gli adepti di Berlusconi i quali in Consiglio comunale sostengono Sboarina ma fuori, la cosiddetta minoranza interna, non vede l’ora di colpirlo. Le pistole fumano e il clima inizia ad ardere come un Mezzogiorno di fuoco.
Terreno fertile per il “Buono”, Damiano Tommasi, tale per l’intelligenza tattica e la pacatezza, anche se in mezzo al campo contrastava gli avversari come pochi. L’ex presidente dell’Associazione Calciatori è quantomai corteggiato dall’ala Dem che fa riferimento ai deputati Alessia Rotta e Diego Zardini, ma la sua candidatura a sindaco andrebbe a genio anche a Tommaso Ferrari di “Traguardi”. Non dispiacerebbe nemmeno agli anti-salviniani di Forza Italia.
Al contrario i fedelissimi di Bertucco e di altre sigle percentualmente minori non lo vedono di buon occhio perché, così dicono, il candidato deve passare dalle primarie e deve aver svolto il proprio cursus honorum. Tommasi è abituato alla competizione e infatti consultazione preventiva non lo spaventerebbe. Una parte del Pd, che spesso ci ha abituato a complicarsi la vita da solo, punterebbe ancora su Gianpaolo Trevisi, già contattato nella precedente tornata elettorale. Candidato di alto profilo, come del resto Tommasi.
In questo quadro, si inserisce il discorso relativo alla Lega. Che farà? Oggi come oggi non sembrerebbe intenzionata ad appoggiare Sboarina, nè tantomeno Tosi, inviso al “capo” Salvini. Nè è pensabile a un altro candidato di centrodestra, perchè “spaccherebbe” ulteriormente la coalizione col rischio di favorire la Sinistra.
Questa la situazione. Poi ci sono gli outsider. L’elenco è abbastanza lungo, e non manca giorno senza che all’elenco si aggiunga qualche nome eccellente. Tra i politici “di professione’, ad esempio, difficile dimenticare Massimo Giorgetti, consigliere regionale fino alle ultime elezioni. Oppure Daniele Polato, che invece in Regione è arrivato, ma con un ruolo sicuramente meno importante di quanto avrebbe pensato.
La Lega potrebbe pensare a Paolo Paternoster, con le riserve di cui sopra e un rischio che nessuno, nelcentrodestra, vuole correre.
Tra i “non politici”, c’è chi pensa a qualche esponente della vita istituzionale, come ad esempio Paolo Arena, presidente dell’Aeroporto. E, nel centrosinistra, l’ala che fa capo a D’Arienzo guarda con attenzione al direttore di TeleArena Mario Puliero, già “pensato” qualche anno fa.
Ma per questo è ancora presto, sebbene per stravolgere la storia della politica cittadina al Pd servirebbe un cambio di passo che non potrebbe limitarsi agli ultimi mesi prima del voto. Intanto sulla scena, più o meno ufficialmente, ci sono questi tre: Sboarina, Tosi, Tommasi. Se sarà il “triello” finale, be’, occorre restare sintonizzati.