Attenzione ai nuovi equilibri politici usciti dalle urne delle elezioni europee: potrebbero avere un effetto non secondario sugli equilibri della maggioranza di Palazzo Barbieri che sostiene il sindaco Damiano Tommasi. E il primo banco di prova sarà, manco a dirlo, la delibera per la infrastrutturazione della Marangona, la grande area da 1,5 milioni di metri quadrati destinata alla logistica ma sulla quale ci sono polemiche e proteste da parte di ambientalisti e sinistra.
Per Tommasi una bella gatta da pelare.
Primo punto. Dalle urne è uscito un importante risultato in città che ha visto l’avanzata di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) trainata dalla capogruppo e candidata Jessica Cugini con 1563 preferenze cittadine seconda solo a Mimmo Lucano con 1.882.
Avs, come ha sottolineato con orgoglio lo stesso Bertucco, è diventata la quarta forza in città, davanti anche alla Lega con il risultato di 8,62 e dietro a Forza Italia. Il punto di riferimento in giunta è l’assessore al Bilancio Michele Bertucco, storico esponente di Legambiente che tuttora si batte per scelte urbanistiche a impatto zero e per contenere scelte che portano nuovo cemento.
Nell’equilibrio della maggioranza che sostiene Tommasi dunque, il peso di questa componente è notevolmente cresciuto. E quindi…
Secondo punto. Tutto questo accade alla vigilia di un incontro molto importante per la Marangona. Proprio domani il sindaco Tommasi dovrebbe incontrare i rappresentanti di Legambiente (Chiara Martinelli), di Italia Nostra (Marisa Velardita) e del Wwf (Michele Dall’O) che avevano chiesto nei giorni scorsi un incontro urgente con una lettera nella quale esprimevano tutto il loro allarme per la cementificazione della Marangona.
I tre, ma non solo loro, spiegavano che esistono vaste porzioni della Zai storica che versano in abbandono e che possono essere recuperate a uso industriale produttivo prima di sacrificare altre aree agricole alla Marangona.
Terzo punto. Da tutto questo nasce la forte richiesta, sostenuta anche da parti della Giunta comunale soprattutto dopo l’affermazione di Avs, di rivedere con la Regione il Piano d’area per il Quadrante Europa (Paqe), strumento urbanistico veneto sovraordinato rispetto all’urbanistica comunale e che dagli anni Novanta prevede per la Marangona una destinazione a uso logistico.
Proprio la pianificazione urbanistica regionale ha fatto sì che per la Marangon venissero previsti cinque ambiti di intervento con questa destinazione (uno è già stato assegnato a VGP spa) e che dal punto di vista agricolo non siano stati fatti grandi investimenti, dal momento che le aree sono destinate ad essere cedute dal Consorzio Zai e riconvertite ad uso produttivo industriale.
“E ora Palazzo Barbieri riveda il Paqe”
E’ chiaro andare ad aprire con la Regione un tavolo urbanistico di revisione del Paqe richiederebbe tempi lunghi che mal si conciliano con la volontà di Palazzo Barbieri, o meglio di una parte della Giunta, di dare risposte concrete in tempi rapidi per la infrastrutturazione della Marangona approvando il protocollo con Provincia e Consorzio Zai e la variante operativa che detta tempi e modi per gli insediamenti e per costruire. Tanto per fare un esempio, il colosso VGP ha acquistato Corte Alberti nel 2019 ma deve ancora posare un mattone perché il permesso di costruire arriverà solo dopo l’approvazione della delibera di variante che va in discussione adesso.
Massignan. E proprio i nuovi equilibri politici che si sono delineati in città portano l’ambientalista ed ex assessore Giorgio Massignan coordinatore dell’Osservatorio urbanistico Veronapolis a chiedere al sindaco di cambiare la traiettoria urbanistica prevista per la Marangona.
E a rivedere il Paqe insieme con la Regione.
“Il Paqe regionale (Piano d’Area Quadrante Europa) permetterebbe di costruire in aree ancora verdi e preziose. A tale riguardo sarebbe necessario che gli esponenti della nostra Amministrazione Pubblica andassero in Regione per modificare le scelte urbanistiche di quel piano. Scelte che riguardano anche il Nassar di Parona e la Marangona, un’area agricola di circa 1.500.000 mq a Verona sud, una zona che, rispetto alle norme urbanistiche, ha 800.000 mq di verde in meno, rispetto ai 2.000.000 del mq dell’intero comune.
Il Paqe la destina a polo per l’attività produttiva e logistica distributiva e l’amministrazione comunale, in conformità a quanto previsto dalla scheda norma e dal PAQE, ha definito cinque ambiti di intervento e il primo ad essere realizzato sarà quello di Corte Alberti, un’area di circa 170 mila metri quadrati.
È doveroso chiedersi se ci sia veramente necessità di consumare altro suolo verde per la logistica e per realizzare altri edifici, quando a poca distanza ci sono ci sono parecchie aree industriali dismesse che potrebbero rispondere alle necessità di nuovi volumi per la destinazione logistica e per altre funzioni, evitando di consumare suolo; oltre ad una serie di poli logistici già in opera o previsti, dei quali a Verona: 1) un nuovo Parco Logistico posizionato lungo la SS434; 2) il previsto nuovo polo in zona Sacra Famiglia; 3) un nuovo e grande hub logistico nell’ex area Biasi”.
“Inoltre, sempre nel Paqe è rimasta la destinazione edificatoria della zona del Nassar a pochi metri dall’Adige, zona di possibile esondazione e che dovrebbe essere esclusa dal Paqe”. Qui è prevista una lottizzazione.
“I risultati delle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo – sottolinea Massignan- hanno premiato anche il partito AVS, di ispirazione anche ambientalista, che conta un assessore ed una consigliera nella nostra amministrazione. Voglio sperare che finalmente il Paqe possa essere rivisto”.
M. Batt.