Il “blocco di Berlino”, fine dell’unità La Russia cercò di imporsi con la forza, l’Occidente rispose di no: e iniziò il calvario

A seguito delle inconciliabili divergenze tra i tre paesi occidentali e l’Unione sovietica sul futuro assetto della Germania si tenne a Londra una Conferenza tra Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e i tre Stati del Benelux (23 Febbraio – 6 Marzo 1948), in cui emerse la volontà di costituire un sistema governativo federale per la parte Ovest. Il 20 marzo il Maresciallo sovietico Sokolowskij abbandonò il Consiglio alleato di controllo in segno di protesta per il rifiuto delle potenze occidentali di sottoporre al Consiglio stesso i risultati della conferenza di Londra. Dopo la seconda fase della Conferenza di Londra (20 aprile – 2 giugno 1948) fu diffuso un comunicato in cui si annunciò di riunificare le tre zone Ovest occupate in un unico stato tedesco occidentale senza riferire la decisione di procedere all’unificazione economica, introducendo una nuova moneta. La riforma monetaria, resa pubblica il 18 Giugno, entrò in vigore tre giorni dopo con l’introduzione del Deutsche Mark, che sostituiva la vecchia moneta nel rapporto di 1 a 10. L’URSS, oltre alle proteste diplomatiche, rispose emettendo per la Germania orientale una nuova moneta, l’Ostmark. La situazione precipitò quando la circolazione del nuovo marco fu estesa anche ai settori occidentali di Berlino: in tal modo si manteneva uno stretto legame tra l’ex capitale tedesca e i territori della Germania occidentale, facendo di Berlino Ovest un avamposto occidentale nel cuore della zona sotto controllo sovietico. Berlino era in collegamento con le tre zone di occupazione occidentali mediante tre corridoi aerei e vie terrestri (canali, strade, ferrovie) non definite, nella convinzione che tutti i vincitori potessero avere libero accesso alla città occupata. Il 24 Giugno 1948 le telescriventi berlinesi comunicarono: “alle sei del mattino il traffico ferroviario, stradale e fluviale fra Berlino e l’occidente sarà interrotto e con esso l’afflusso di carbone e delle derrate alimentari. Tutte le riserve di viveri nel settore sovietico saranno riservate a tale settore”. Iniziò il “blocco di Berlino” e il messaggio appariva inequivocabile: o l’Occidente riconosceva l’autorità sovietica su tutta Berlino o la città sarebbe stata ridotta alla fame. Gli occidentali risposero con un ponte aereo, lungo i tre corridoi, arrivando al picco di 1.398 voli in 24 ore con a bordo 12.940 tonnellate di viveri, carbone e macchinari. L’isolamento della città si rivelò impossibile e l’11 Maggio 1949 Mosca revocò il blocco, ma la sua conclusione segnò anche la fine della prospettiva di una Germania unita.

Di Romeo Ferrari, docente di storia e filosofia