Una ventina di ragazzi e tre quadri creati dal collettivo Anagoor, per un dramma antico che rivela un messaggio attuale e moderno.
Va in scena Ifigenia #generazionesacrificio, domani, al Teatro Romano. Lo spettacolo-laboratorio, tratto dalla tragedia di Euripide, rientra nel cartellone dell’Estate Teatrale Veronese 2021, rassegna realizzata dal Comune di Verona in collaborazione con Arteven.
I GIOVANI. Sul palcoscenico giovani dai diciotto ai venticinque anni, diretti da Silvia Masotti e Camilla Zorzi, attrici che, dopo il diploma alla scuola del Piccolo e diverse esperienze teatrali, si sono dedicate alla formazione. La messinscena, nata da un progetto di Spazio Teatro Giovani, si avvale della produzione del Teatro Stabile di Verona.
LA STORIA. La storia greca inizia con un sacrificio umano, quello che Agamennone, duce supremo dell’armata greca che va alla conquista di Troia, compie sulle rive dell’Aulide uccidendo la figlia Ifigenia per ottenere dagli Dei venti propizi che permettano alla flotta di prendere il mare. Un dramma che contrappone potere e dedizione, ragione di stato e moti del cuore, regole imposte dagli adulti a cui i giovani devono attenersi, loro malgrado. Quando la paura si eleva a sistema sociale, come nel momento di difficoltà che stiamo vivendo oggi, diventiamo tutti vittime e carnefici e siamo disposti a sacrificare il sacrificabile pur di non perdere i nostri privilegi. Anche se il sacrificio è quello di una ragazza, simbolo di un’intera generazione e quindi del nostro stesso futuro.
Attorno a questi temi si sviluppa il lavoro di Silvia Masotti e Camilla Zorzi, che portano sulla scena un gruppo di giovani e adolescenti coinvolti in un intenso percorso formativo avviato in piena pandemia.
LE REGISTE. “Questo allestimento – dicono Silvia Masotti e Camilla Zorzi ¬– si propone di riscoprire attraverso la sensibilità dei giovani il valore poetico, politico e trasformativo di un testo classico. Ifigenia in Aulide di Euripide non è solo la tragedia del sacrificio di una ragazza quattordicenne, ma il preludio del sacrificio di un’intera generazione, all’alba di una guerra sanguinosa e distruttiva. Quante volte si ripete e si è ripetuto questo sacrificio nel corso della storia? Cosa succede quando un popolo, incitato alla violenza, si trasforma in una massa cieca e fanatica? Quanto incombono oggi i fanatismi su di noi? ‘Il male più atroce è la follia delle masse’, scrive Euripide. Il teatro assurge così a luogo in cui una società può riflettere su se stessa. In questo modo il teatro ci aiuta a recuperare il senso di una ritualità condivisa e a crescere come cittadini, anziché come massa inconsapevole e arrabbiata’
I PROTAGONISTI. In scena Lavinia Azzaretti, Enrico Benetti, Pietro Bilal Khachab, Francesco Biolcati, Nicolò Bruno, Ivan Carlini, Alice Cordioli, Zeno Didonè, Daniela Gioia, Andrin Van Lamsweerde, Camilla Van Lamsweerde, Michele Marchiori, Linda Micheletti, Luana Montoli, Pietro Placchi, Cecilia Sartori, Gaia Toffali e Damiano Zucco. Di Davide Tonolli i costumi, di Elena Rossi la maschera, di Nicola Fasoli le luci, di Matteo Chiochetta la fonica.