Domenica 14 maggio, alle ore 17.00 nello spazio di San Pietro in Monastero a Verona, si terrà l’ultimo dei quattro appuntamenti che I Virtuosi Italiani hanno dedicato a giovani ma già affermati talenti musicali. Sarà anche l’ultimo concerto della stagione 2023 prima della pausa estiva.
Ospite solista, al clavicembalo, è Nicola Benetti. Nato a Verona nel 1997, ha intrapreso i primissimi passi nel mondo della musica da autodidatta. Dall’età di nove anni inizia lo studio del pianoforte e della batteria presso la Scuola Civica “B. Maderna” di Verona. In seguito alla maturità di Liceo Musicale, prosegue gli studi iscrivendosi alla classe di Clavicembalo e tastiere storiche del Conservatorio “E. F. Dall’Abaco” di Verona, presso il quale ottiene il diploma di Triennio nel 2020 e di Biennio nel 2022, con Lode e Menzione d’onore. Ha partecipato a diverse masterclass e produzioni del Conservatorio di Verona, con Xavier Artigas, Edoardo Bellotti, Sara Mingardo, Alessandro Quarta. Nel 2022 vince il secondo premio (ex-aequo) al XVIII Concorso internazionale di clavicembalo “Gianni Gambi” di Pesaro, e nello stesso anno ottiene, insieme all’ensemble Le Canterine, la partecipazione alla Residenza Monteverdi Festival di Cremona. Ha all’attivo molti concerti, come solista all’organo e come clavicembalista delle orchestre da camera I Virtuosi Italiani e L’Appassionata. Si esibisce regolarmente presso la Sala Maffeiana, il Teatro Filarmonico e il Teatro Ristori di Verona, nonché al Teatro dal Verme e la Sala Verdi di Milano, le Sale Apollinee del Gran Teatro La Fenice di Venezia, la Salle Poirel di Nancy (FR), a Mendrisio (CH). Polistrumentista e appassionato di musica di matrice popolare, svolge un’intensa attività anche come membro di Ensemble Terra Mater, che si occupa dello studio e della divulgazione del repertorio tradizionale mediterraneo.
Che il clavicembalo sia stato uno strumento a tastiera destinatario, nel corso dei secoli, di un repertorio solistico di mole non inferiore a quello che successivamente è stato dedicato al pianoforte, è cosa che oggi potrebbe stupire. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, il pubblico ha occasione di ascoltarlo oggi nei concerti nel suo ruolo più conosciuto e utilizzato, quello di strumento che realizza il basso continuo. Eppure, tre secoli di repertorio (dal XVI al XVIII secolo), pagine e pagine di musica scritte da compositori come Frescobaldi, Pasquini, Bach, Couperin, Rameau, Scarlatti, Piatti continuano a testimoniare una centralità poi ereditata dal pianoforte. Il programma del concerto propone due esempi significativi del repertorio di Concerti per clavicembalo e orchestra: il Concerto a cembalo certato, due Violini, Viola e Continuo in La Maggiore, BWV 1055 di Johann Sebastian Bach (1685 – 1750) e il Concerto a Violino Primo, Violino Secondo, Viola, Cembalo Obligato et Violoncello in Do Minore, IP 49 di Giovanni Benedetto Platti (c.ca 1690 – 1763. Il Concerto in La Maggiore BWV 1055 di Johann Sebastian Bach, non è con buone probabilità l’arrangiamento di un suo lavoro precedente, bensì scritto direttamente per tastiera. La fonte primaria è una raccolta manoscritta datata intorno al 1738, nella quale sono raccolti da Bach stesso tutti i suoi concerti per clavicembalo e orchestra. Di tutti i suoi concerti, questo è inoltre l’unico a essere corredato di una parte di basso continuo, destinata a un altro clavicembalo.