Come gli chef. I virologi, ai tempi del Coronavirus, sono le nuove star della tivù. Non tutti, certo, anzi, la maggioranza è chiusa da mattina a sera nei laboratori e nei reparti d’ospedale per cercare di salvarci (e salvarsi) la pelle. Ma ve ne sono alcuni, inutile fare i nomi perché ormai li conosciamo benissimo, che assaporato il gusto della notorietà non riescono più a farne a meno.
Popolano i talk-show, si combattono l’un l’altro, fanno a gara a chi propone le ricette migliori, anziché trascorrere il tempo tra provette e tamponi si collegano via Skype dai loro uffici e salotti, stazionano per ore fuori dai nosocomi a favor di telecamere.
Manca solo che si esibiscano su Tik Tok, il social in voga tra gli adolescenti, tra cui un pirla tra i pirla che per scommessa si era messo a leccare il water di un bagno pubblico e ora – ma è il meno che potessi capitargli – si è beccato il Covid-19.
Da un mese, ininterrottamente, gli scienziati del piccolo schermo sciorinano raccomandazioni – sempre le stesse – che a questo punto rischiano di sortire l’effetto contrario sui telespettatori. Signori della medicina: l’abbiamo capito, e chi non l’ha capito finora non lo capirà mai, che dobbiamo lavarci le mani bene e spesso, che se abbiamo 37.5 e tosse persistente è il caso di telefonare al medico, che se andiamo al supermercato non dobbiamo fare lingua in bocca con la cassiera e che se in famiglia abbiamo un parente malato non è caso di dormirci abbracciato.
Ora però, vi imploriamo, tornate alle vostre consuete occupazioni, finitela di fare le star in tivù e cercate una vita d’uscita all’emergenza. Che tempo di ricevere gli onori, finito quest’incubo, ne avrete in abbondanza.
Alessandro Gonzato