I talenti della canoa italiana a Verona Dopo Vladi Panato è il momento delle figlie Cecilia e Alice

Il movimento della canoa italiana trova i sui talenti nel veronese. Dopo Vladi Panato è il momento delle figlie Cecilia e Alice, astri nascenti di questa disciplina.

1 Il vostro sport è difficile/pericoloso?
2 Quanto ha influito vostro padre sull’appassionarvi alla canoa?
3 Tra di voi c’è rivalità in gara?
4 Nonostante la vostra giovane età avete già vinto parecchio: qual è il successo che vi ricordate con più piacere?
5 Venite sempre considerate come le favorite: come gestite questa situazione e quanto influisce sulla vostra crescita e preparazione sia a livello fisico che mentale?
6 Come gestite gli aspetti al di fuori della canoa, come ad esempio lo studio?
7 Nell’ultimo periodo si è parlato di professionismo per le discipline sportive femminili: cosa ne pensate e se credete sia fattibile per la canoa
8 Siete di Pescantina: quanto vi ha aiutato nel vostro sport il territorio veronese?
9 Che significa avere come allenatore vostro padre?
10 Quali sono i vostri obiettivi e sogni futuro relativi alla canoa?

Cecilia Panato
1 “Difficile probabilmente all’inizio sì, perché è una cosa differente dagli sport comuni nel senso che sei su un fiume e non è una cosa da tutti i giorni. Pericolosa è relativo al fiume: l’Adige ad esempio no, il Noce in Val di Sole o comunque fiumi grossi potrebbero diventare pericolosi; però noi scendiamo in acqua con caschetto e salvagente quindi se cadi è pericoloso relativamente.”
2 “Da parte mia zero, nel senso che io facevo nuoto, però ho sempre seguito le gare di mio papà e quando Alice ha iniziato, dopo circa un anno, ho deciso di provare anche io e da lì è iniziata la passione; non c’è stata quindi nessuna spinta da parte di papà”
3 “No, anzi ci sosteniamo e incoraggiamo”
4 “La mia vittoria più bella è quella in sprint dei mondiali in Svizzera nel 2018. La sprint non è la mia specialità e quindi avevo un sacco di ansia perché è una gara corta e quindi mi sono stupita di averla vinta.”
5 “Nella canoa diciamo che le ultime a partire sono sempre le favorite. Io sento molto di più la pressione di essere tra le favorite nella gara a sprint e secondo me non bisogna crearsi aspettative perché rischi di non riuscire a gestirle. Vai giù e basta”
6 “Io studio la sera dopo l’allenamento”
7 “A me piacerebbe che questo diventasse il mio lavoro, mi piacerebbe dopo gli studi entrare in un corpo militare e fare della mia passione il mio lavoro. Ci spero, ma non credo sia il momento.”
8 “Tantissimo ed è anche comodissimo, perché sono autonoma e posso venire all’allenamento in bicicletta. Il territorio mi ha aiutato moltissimo perché già abbiamo poco tempo, se in più dovessimo spostarci per gli allenamenti sarebbe tutto più complicato. Facendo tutto in casa, diciamo, che è stato un grosso aiuto.”
9 “Non so mai come rispondere perché sì è il nostro allenatore e sì è anche nostro padre, però a livello sportivo non lo considero mio padre perché altrimenti si potrebbero creare le preferenze, che invece non ci sono mai state.”
10 “Riconfermarmi nella canoa in discesa e mi piacerebbe partecipare alle Olimpiadi”

Alice Panato
1 “Dipende dalla personalità delle persone: io ogni tanto ho paura di scendere il fiume perché, nonostante abbiamo tutto il materiale, caschetto e salvagente, c’è comunque un po’ di timore di farsi male perché se cadi in fiumi grossi sotto ci sono i sassi quindi ti fai male alle gambe. Diciamo che a volte si tratta solo di entrare in acqua, non pensarci e partire.”
2 “Io ho iniziato da piccolina, poi ho deciso per un periodo di lasciare la canoa e provare altre discipline, prima di tornare sui fiumi all’età di circa 12 anni e da lì non mi sono più fermata. Il papà non ha influito e mi ha lasciata libera di prendere le mie scelte: mi divertivo a guardare le sue gare e quindi ho deciso di cominciare.”
3 “No, c’è aiuto reciproco”
4 “Nel 2018 in Macedonia a Skopje nella gara a sprint, nella prima prova sono scesa che ero prima ed ero abbastanza tranquilla; il giorno della finale ho fatto un errore tecnico e, per poco, sono arrivata seconda, però è andata bene perché mi ha dato un grande insegnamento.”
5 “A me non cambia molto. E’ bello essere favoriti perché tu sei la più forte e gli altri scendono prima di te, così arrivi alla fine che sai già il risultati finale. Non essere favoriti, e quindi partire tra le prime, secondo me è peggio perché non ti godi la gara, stai con l’ansia fin che tutti non finiscono, soffrendo il doppio.”
6 “Riesco sempre ad organizzarmi in qualche maniera, principalmente studio nel tardo pomeriggio”
7 “Mi piacerebbe, ma credo che ora come ora non sia fattibile, magari tra qualche anno succederà di diventare professioniste, ma ora non si è pronti. Comunque ci spero.”
8 “E’ assolutamente comodo: qui a Pescantina si sta bene, io sono autonoma e i miei genitori non sono costretti a portarmi agli allenamenti e questo è molto positivo. Il fatto di riuscire a praticare lo sport che mi piace a casa mia mi ha aiutato tanto”
9 “Quando sono in canoa fa più l’allenatore che il padre e viceversa; cerchiamo di separare famiglia e sport per evitare problemi anche con i nostri compagni di squadra.”
10 “Vincere una medaglia d’oro mondiale”
Giovanni Miceli