I sindacati : “Fondazione, così non va”. Sono sul piede di guerra dopo la nomina con spaccatura Cgil, Cisl e Uil: “Preoccupati per il 2023”. Gasdia: “Confido nel sostegno della città”

La fotografia della Fondazione Arena, ente che riversa sulla città un indotto economico enorme tra ristoranti e alberghi? Da una parte la sovrintendente che esulta per la riconferma del mandato di altri 5 anni, dall’altra i sindacati compatti che sono sul piede di guerra dopo la clamorosa spaccatura all’interno del Consiglio di indirizzo e che secondo loro non lascia presagire nulla di buono nella futura gestione. «Sono stata travolta da messaggi di affetto e attestati di stima da Verona e da tutto il mondo per la nuova nomina a Sovrintendente – dichiara infatti Cecilia Gasdia – Ringrazio tutti, sono già al mio posto con la consueta passione e rinnovato entusiasmo. Ci attende un anno delicato e importantissimo e confido nel sostegno di tutta la città». Chi invece rimane molto critico è il fronte sindacale. Cgil, Cisl e Uil hanno diffuso una nota congiunta che mette in rilievo tutti i problemi ancora aperti e che anzi si sono aggravati in questi anni. “Il Festival 2022 sarà ricordato per la mancata programmazione che ha penalizzato la qualità degli spettacoli (ricordiamo la lettera di proteste inviata alla Sovrintendente dall’Orchestra) e i carichi di lavoro di tutte le maestranze. Tra le “perle” dell’ultimo Festival ricordiamo le pessime “prime” di Nabucco, Aida e Traviata (quest’ultima funestata dall’ora di ritardo), il gala Domingo (spettacolo improponibile per il pubblico e offensivo per le masse artistiche tanto da costringere lo stesso Domingo a scusarsi), i ritmi di lavoro quasi disumani che hanno dovuto sopportare i dipendenti, in particolare i tecnici di palcoscenico per allestire le scenografie (tempistiche condizionate anche dalle richieste dell’extra lirica)”. I sindacati sottolineano una gestione tutt’altro che positiva, proponendo una narrazione diversa da quella che ha portato invece la maggioranza dei soci a votare di nuovo Gasdia. “Abbiamo anche denunciato la totale mancanza di fiducia tra i dipendenti e la dirigenza della Fondazione e per questo motivo abbiamo più volte chiesto un immediato e concreto cambio di passo in vista del Festival 2023 che sarà ancora più importante ed impegnativo dei precedenti”. E anche sul bilancio ci sono ombre: ci sono sempre 20 milioni di indebitamento. “In merito al presunto risanamento economico abbiamo qualche perplessità quando viene sbandierato come grande successo perchè si rischia di far passare un messaggio sbagliato ai cittadini. C’è stata una ristrutturazione del debito che permette di spalmare su più anni l’indebitamento che ancora oggi supera abbondantemente i 20 milioni di euro”. Un “piccolo (ma importante) recupero economico” si è comunque avuto ma secondo i sindacati a prezzo di rinunce: “è stato abolito il corpo di ballo (licenziate circa 20 persone); i salari della quasi totalità dei dipendenti sono fermi da almeno 15 anni; i lavoratori stagionali (aggiunti) hanno subito un taglio pesante alla durata dei contratti; il reddito annuale lordo di molti dipendenti stabili negli ultimi anni è diminuito mediamente di circa cinquemila euro. In sostanza possiamo tranquillamente dichiarare che l’inizio del risanamento di FAV è pesato quasi esclusivamente sulle spalle di lavoratrici e lavoratori e non certamente su scelte strategiche particolarmente innovative e/o geniali (a tal proposito ricordiamo che la media degli spettatori del festivo 2022 è inferiore a quella degli anni precedenti e complessivamente sono diminuiti di circa 100 mila unità)”.

“Scelta divisiva, ignorati gli appelli’’. Cgil,Cisl e Uil volevano una decisione unitaria. Padovani: “Terracini imbarazzante’’

I sindacati speravano in una scelta unitaria del sovrintendente “e che tenesse conto anche delle numerose comunicazioni inviate nel corso degli ultimi anni e anche dei rapporti sindacali all’interno della Fondazione. Evidentemente il nostro appello all’unità non è stato tenuto in considerazione e aver scelto una figura che evidentemente risulta molto divisiva rischia di pesare aspramente sul prossimo Festival”. Sul fronte politico, la maggioranza che sostiene il sindaco Tommasi si ritroverà domani per una nuova riunione in cui esaminare la situazione degli enti (c’è anche il rinnovo dell’aeroporto Catullo che si avvicina) e per fissare l’incontro con i sindacati della Fondazione. Per il centrodestra, va registrata la presa di posizione del capogruppo di Fratelli d’Italia Marco Padovani che replicando ad Alberto Battaggia, rivela due cose: che “il direttore generale del Ministero ha definito “miracoloso” il lavoro svolto in questi cinque anni” da Gasdia e che durante l’audizione in Consiglio di indirizzo Lyndon Terracini, nome proposto dal sindaco Tommasi per la sovrintendenza “con grande imbarazzo, ha dovuto ammettere durante l’audizione di aver falsificato il curriculum, che lo definiva ancora direttore artistico di Opera Australia, incarico da cui risulta rimosso (risulta che abbia dato lui le dimissioni il 6 ottobre-ndr) già da cinque mesi”.