I senza fissa dimora hanno un tetto Ci sono 8 camere da letto. Al piano terra spazi multifunzionali con docce e infermeria

E’ stato inaugurato oggi in via Campofiore dal sindsco Tommasi e dalla assessora Maria Luisa Ceni il centro servizi per persone senza fissa dimora finanziato con 500 mila euro dei fondi Next generation Eu nell’ambito del Pnrr, obiettivo Inclusione e coesione. La delibera di Giunta, come scritto all’epoca dalla Cronaca di Verona era dell’aprile 2013. La destinazione dell’ex chiesetta che si trova a Veronetta, all’inizio di via Campofiore arrivando da Porta Vescovo, è esattamente quella di “Housing temporaneo e stazione di posta per le persone senza fissa dimora.” con ambulatorio medico/infermieristico e uffici funzionali all’asilo notturno. Nella relazione tecnica comunale si legge inoltre che per completare il Centro servizi dell’asilo notturno saranno inclusi servizi di accoglienza e orientamento, segretariato sociale e raccordo con i servizi socio-sanitari del territorio. Oggi la descrizione dettagliata: il Centro servizi è fornito di 8 camere da letto con 4 letti ciascuna. Un’altra ala dell’edificio è destinata ad housing sociale con 6 monolocali. A piano terra e seminterrato spazi polifunzionali, servizio posta, sala mensa, docce e infermeria. Verrà poi aperto, quando saranno disponibili altri spazi, anche un centro medico e di counceling. Il centro servizi sarà aperto tutto il giorno garantendo un servizio diurno anche a chi non vi risiede durante la notte. Il presidente della Comunità dei giovani Paolo Fraizzoli ha ricordato come da almeno 10 anni si cercasse di offrire e realizzare qualcosa di più di un semplice dormitorio dal quale alla mattina alle 8, che ci sia sottozero o 35 gradi, bisogna andar via. “Qui invece ora si potranno tenere tutto il giorno le persone anziane e vulnerabili. Sono previsti spazi polifunzionali con docce lavanderia mensa per ospiti interni ed esterni. Una risposta concreta per quella parte di società che si trova in emarginazione e per quella sacca di persone in povertà relativa: in questo modo vogliamo evitare che diventi povertà assoluta e vogliamo dare risposte a situazioni di disagio e svolgere prevenzione perché significa maggiore sicurezza per tutti”. mb