La diffusione dei social media, soprattutto tra minori, richiede un’attenzione particolare perché un loro uso precoce, smodato e soprattutto non regolamentato, può creare delle importanti problematiche direttamente nei ragazzi e indirettamente all’interno delle loro famiglie. Le difficoltà possono riguardare sia aspetti intrinseci, come la gestione delle emozioni, che calarsi nel concreto e intaccare le relazioni interpersonali, le performance scolastiche, sportive… Fino ad arrivare a innescare un sintomo. Una recente e interessante Revisione della letteratura scientifica, condotta dalla SIP, la Società Italiana di Pediatria, pubblicata sulla rivista scientifica “International Journal of environmental research of pubblic health” ha analizzato degli studi condotti in un periodo di quasi 20 anni, intercorso dal 2004 al 2022. La Review, nello specifico, ha avuto l’obiettivo di indagare i rischi correlati all’uso dei social media nei minori, con un focus particolare nel periodo pre e “post” Covid-19. I dati emersi non sono affatto rassicuranti ma anzi richiedono un’attenta e immediata riflessione al mondo degli adulti. Sintetizzandone i risultati, dall’analisi condotta è emersa una preoccupante proporzione tra il maggiore tempo trascorso sui social e il più alto rischio di sviluppare sintomi depressivi. Tale fenomeno umorale è stato definito, nei casi più gravi, con il termine “depressione da social” e sembra essersi esacerbato in co-comitanza con la pandemia da Covid-19, che ha prodotto un vero e proprio boom dell’utilizzo dei canali online, un’accelerazione della digitalizzazione a costo di una netta diminuzione dei contatti e dei rapporti face to face. Altre problematiche segnalate dalla Review, riguardano i disturbi alimentari e i correlati fenomeni di distorsione rispetto la percezione del proprio corpo. I social sono imputati di veicolare pubblicità di cibo spazzatura e messaggi pro-anoressia. Le piattaforme social inoltre, possono alterare la percezione della sfera sessuale degli adolescenti e facilitare il diffondersi del cyberbullismo, a causa della crescente divulgazione di messaggi di matrice aggressiva. Vengono evidenziati anche, disturbi del ritmo sonno-veglia, l’instaurarsi di dipendenze, la presenza di quote d’ansia, disturbi del comportamento, ridotta attività fisica, problematiche alla vista per lo sforzo prolungato agito sugli schermi e disturbi alle mani per i movimenti innaturali delle dita. Per far fronte a tutti questi rischi gli “antidoti base” sembrano essere favorire la comunicazione, con i familiari, pari e figure altre di riferimento, al fine di promuovere e mantenere relazioni significative e agevolare una regolare e costante attività fisica.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta