Ricordare è un verbo che proviene dal latino e significa “riportare al cuore”. I nostri ricordi sono coriandoli delle nostre esperienze più significative. Quello che siamo oggi è il risultato della loro somma, incisa nella nostra memoria. Non ricordiamo tutto quello che ci accade, ma selezioniamo gli eventi in base alla loro rilevanza reale ed emotiva. Una sorta di filtro si occupa di fare questa valutazione, se così non fosse il nostro cervello sarebbe bombardato da informazioni non produttive e impossibilitato al ragionamento.
La nostra memoria si basa su tre processi che riguardano l’acquisizione delle informazioni, la conservazione delle stesse e la strutturazione del ricordo. La memoria è sempre, e inevitabilmente, influenzata dagli aspetti emotivi. I ricordi spesso non sono fedeli all’esperienza vissuta in quanto la nostra mente tende a modificarli, cercando continuità e coerenza con il momento di vita attuale.
La nostra personalità gioca un ruolo importante in questa rielaborazione. La zona del cervello che si incarica di editare queste informazioni è l’ippocampo. Esistono anche i “falsi ricordi” che tendono a crearsi per aggregazione: da memorie distinte possono essere estrapolati frammenti che nella mente vengono ricombinati insieme.
Vi sono due tipi di ricordi, quelli naturali e quelli “a chiamata”, se i primi sono spontanei e ci colgono di sorpresa, attraverso un’improvvisa associazione mentale con un profumo, una melodia, un film ci ritroviamo automaticamente a rivivere certe sensazioni, i secondi li possiamo evocare volutamente per soddisfare un bisogno. Perché vogliamo raccontare una nostra esperienza, perché la desideriamo “rivivere”, perché sentiamo la necessità di ricordare un momento passato per agire nel presente.
Il ricordare in questo secondo caso, può avere un valore terapeutico in quanto ci permette di tornare, quando ne sentiamo la necessità, a luoghi un tempo vissuti, a persone amate, a eventi che ci hanno coinvolto e quindi possiamo spostarci, con il pensiero, in un altro luogo per viaggiare in un altro tempo, per assaporare di nuovo emozioni lontane o perse. E’ questa una delle principali funzioni del ricordo, poterci coccolare in loro e consolare, per superare i momenti critici.
Con un piede posto verso il passato e uno teso verso il domani, dobbiamo bilanciarci cercando un equilibrio, seppur dinamico, per evitare di rimanere intrappolati nel nostro ieri. “Sfruttare” il valore dei ricordi ci può aiutare a diventare la versione migliore di noi stessi, oggi. Continuiamo infine, ad agire oggi per creare dei bei ricordi domani.