I ragazzini sono attratti dalla droga Molteplici sono i contesti e gli elementi che possono contrastare o facilitare tale rischio

La notizia della 15enne italo-tunisina trovata senza vita, in un appartamento abbandonato a San Bonifacio, ha scosso fortemente l’opinione pubblica per la tragicità del fatto reso ancor più drammatico dalla giovane età della vittima. Tale accaduto, amaramente estremo nella sua raffigurazione e quindi non rappresentativo del rapporto adolescenti-sostanze ha comunque riportato alla ribalta il delicato tema della droga e del suo utilizzo in età precoce. L’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza afferma, ormai da tempo, che sono sempre più numerosi i giovanissimi che si avvicinano alle sostanze stupefacenti e alcoliche, come testimoniato anche dalla Comunità scientifica. Ma perché i ragazzini vengono attratti dalla droga? Questa domanda non può, e non deve, avere un’unica risposta in quanto ricostruire le diverse cause e motivazioni che possono portare, o meno, un giovane a far uso di sostanze è come cercare di classificare le infinite sfumature della personalità umana. Si può tentare solo di ricostruire quella convergenza di fattori, esterni e interni all’individuo, che possono in parte agevolare o in parte eludere l’avvicinamento alla droga. Molteplici infatti sono i contesti e gli elementi che possono contrastare o facilitare tale rischio. A tal riguardo una recente Revisione della letteratura, operata da Nawi e colleghi (2021), ha individuato delle possibili correlazioni in tre domini: individuali, familiari e comunitari. Per quanto concerne i fattori individuali sono stati indicati come elementi di rischio la tendenza alla ribellione e all’impulsività. Ulteriori aspetti di rischio rilevati sono la presenza di tratti di alessitimia, ovvero la difficoltà a regolare le emozioni, e l’avere una percezione della droga come innocua. Al contrario essere dotati di ottimismo, avere fiducia e il tenerci a voler preservare la propria salute, incidono come fattori protettivi. Per quanto concerne i fattori familiari è stato annoverato che una storia di maltrattamento o di indolenza genitoriale risultano poter avere un legame con l’abuso di sostanze. Inoltre, il consumo di tabacco e alcol da parte delle madri in gravidanza e un basso livello di istruzione dei genitori sono possibili predittori di un rischio di uso di sostanze, da parte dei figli, in quanto agiscono da riduttori nella percezione del danno da parte dei giovani. Per quanto riguarda i fattori comunitari un elemento di rischio è dato dal fatto che sempre più soggetti assumono sostanze, pertanto i ragazzi possono avvertire tali agiti come “normali”, ammissibili, nonchè scevri da conseguenze e quindi avvicinarsi più facilmente al consumo. Per quanto concerne i fattori protettivi, il legame con la scuola e con degli adulti di riferimento giocano un ruolo tutelare importante. I fattori di rischio che possono co-condurre a un’iniziazione alle sostanze sono anche quelli che, se mantenuti, contribuiscono all’instaurarsi dell’abuso e della dipendenza. I fattori di protezione che limitano il rischio di iniziazione, se conservati, promuovono uno sviluppo distante dalle sostanze. I fattori individuali, familiari e sociali possono essere, quindi, più o meno tutelanti. Risulta pertanto fondamentale ai fini della prevenzione, ma anche della cura, potenziare la loro funzione protettrice e contenere quella di rischio.

Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta