I ragazzi di Santa Giuliana in cucina e in fattoria con chef e agricoltori "È un'attività psicoeducativa e riabilitativa in un contesto naturale e sociale. Potremo misurare gli interessanti cambiamenti che vedremo in loro".

Gli adolescenti fragili dell’Ospedale di Santa Giuliana e del suo CAF, il Centro per l’Adolescenza e la Famiglia, in collaborazione con Coldiretti Verona, partecipano a due progetti sperimentali dedicati a loro: il Laboratorio Cucina Amica, e il progetto Fattorie Coldiretti.

Un nuovo modo di curare la mente imparando a cucinare una ricetta come i grandi chef, a trasformare i prodotti della terra o quelli degli animali della fattoria come uova e latte. Soprattutto un’occasione per incontrare persone, intessere relazioni, lontani dal contesto sanitario in un ambiente aperto, naturale e di socialità.

I ragazzi di Santa Giuliana in cucina e in fattoria

Da oltre un anno i ragazzi della struttura diurna CAF di Santa Giuliana frequentano ogni settimana la cucina del Mercato Coperto di Coldiretti in Galleria Filippini incontrando uno chef della Cooperativa sociale Centro di Lavoro San Giovanni Calabria che li segue passo passo nel preparare delle ricette.

Da un mese e mezzo, invece, un gruppo di ragazzi ricoverati in ospedale esce dalla struttura per fare attività di gruppo ospiti in una delle fattorie sociali e didattiche della rete di Coldiretti Verona.

La collaborazione tra i due enti sta dando buoni frutti che sono stati illustrati oggi al mercato coperto Campagna Amica di Coldiretti in Galleria Filippini, in via Macello, a Verona.

Sono intervenuti Tiziano Zenere, direttore generale dell’ospedale di Santa Giuliana; Amedeo Bezzetto, psicologo e psicoterapeuta responsabile dell’Area riabilitativa Adolescenti e Caf di Santa Giuliana; Giuseppe Ruffini, direttore di Coldiretti Verona; Stefania Barana, referente per le Fattorie Sociali di Coldiretti Veneto; Paola Padovani, direttore generale della Cooperativa sociale Centro di Lavoro San Giovanni Calabria.

L’incontro

“Siamo molto contenti di questo progetto sociale di Coldiretti che ci mette a disposizione professionalità, spazi e strumenti – spiega Bezzetto – . Un anno fa il direttore Ruffini ci ha aiutato a iniziare il primo progetto del laboratorio di cucina con lo chef.

Un’esperienza psicologicamente preziosa perché i ragazzi affrontano un compito non solo per ottenere un risultato, ma soprattutto perché soltanto seguendo il processo nelle diverse fasi potranno raggiungere l’obiettivo finale. Per i ragazzi ricoverati, invece, con il secondo progetto faremo uscite a ciclo regolare in diverse fattorie per promuovere una degenza a più ampio respiro: i ragazzi in fattoria faranno esperienza con prodotti agricoli e la loro trasformazione, mentre con gli animali da cortile si potrà lavorare il latte per fare il formaggio, utilizzare uova per pasta fresca e dolci, preparare caramelle al miele”.

“Quella con lo chef è una attività psicoeducativa e riabilitativa ben collaudata – aggiunge Zenere – in un contesto strutturato e in sicurezza come la cucina professionale di Coldiretti. Mentre i ragazzi in fattoria didattica escono dalla struttura in un ambiente aperto e naturale, non sanitario. E fuori dall’ospedale sono diversi.

Sarà utile in futuro fare una ricerca: sono contesti per misurare i cambiamenti interessanti che vediamo in loro. Ritengo che l’esperienza di Santa Giuliana con Coldiretti serva a promuovere salute, anziché solo curare i nostri ragazzi, e quindi sia un interessante ambito di prevenzione nel delicato contesto della salute mentale dei nostri giovani”.

“Fin da subito – interviene Ruffini – abbiamo ritenuto utile metterci a disposizione dell’ospedale di Santa Giuliana per mantenere fede alla mission di Coldiretti che prevede un impegno a 360 gradi al servizio della comunità. La nostra Organizzazione può a tutti gli effetti essere definita come Forza amica del Paese e siamo pertanto molto orgogliosi di dare il nostro contributo per il benessere dei giovani della nostra società utilizzando le risorse che maggiormente ci rappresentano, vale a dire i prodotti delle nostre aziende e il know how in fatto di salubrità alimentare”.

Gli fa eco Barana: “L’agricoltura è terapeutica e può essere un nuovo modo per curare il malessere del nostro tempo, oltre ad essere una risorsa economica per le imprese agricole”.

L’obiettivo

“La mission della nostra Cooperativa Sociale Centro di Lavoro San Giovanni Calabria – ha spiegato Padovani – è creare condizioni concrete di vita e occasioni di lavoro che soddisfino la legittima e possibile speranza di autorealizzazione e di benessere, in particolare valorizzando il bisogno di rinnovamento e di riscatto di persone che si trovano in modo temporaneo o permanente in situazione di svantaggio psicofisico e/o sociale, contribuendo così alla promozione umana delle persone, alla crescita e allo sviluppo sociale di tutta la comunità”.

“La nostra mission – ha concluso Padovani – viene perseguita non solo attraverso l’inserimento lavorativo di persone di cui alla Legge 381/91, ma anche mediante la valorizzazione di competenze di soci della cooperativa che si mettono a disposizione per affiancare e accompagnare giovani con criticità e fragilità diverse”.