I due progetti del Comune per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza promossi dal Bando, ma non finanziati. Così, in diretta streaming, l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala ha spiegato il perché dei mancati finanziamenti a Verona, così come in quasi tutto il Veneto. E ha rinnovato l’appello affinchè tutti i progetti siano coperti dai fondi nel più breve tempo possibile. Presente anche il dirigente alle Politiche comunitarie Giuseppe Baratta.
Infatti il Pnrr- Piano nazionale di ripresa e resilienza assegna quasi la metà dei fondi per la rigenerazione urbana a 4 regioni del sud. Dei 3,4 miliardi complessivi, 451 milioni sono stati destinati alla Campania, 408 alla Sicilia, 387 alla Puglia e 328 al Lazio. Mentre il Veneto è fanalino di coda con soli 30 milioni. Seguono solo Valle D’Aosta, Friuli, Trentino e Basilicata.
A fare da ago della bilancia nell’assegnazione dei fondi, fra i vari parametri, è l’indice Istat di vulnerabilità sociale e materiale, che valuta fattori quali alfabetizzazione, percentuale di disoccupazione, inattività giovanile e percentuale di famiglie con disagio economico. Motivo per cui Verona, nonostante i due progetti ammessi, in quanto perfettamente adeguati e in linea con il bando, al momento non vede finanziata nè la riqualificazione di parte dell’Arsenale nè la realizzazione del Parco della Cultura Urbana. Troppo basso l’indice scaligero, in quanto elevata la qualità della vita.
“E’ l’applicazione di questo indice che ci ha fortemente penalizzati – ha detto Segala -, e nient’altro. Il problema di Verona sta nell’indice di vulnerabilità, che danneggia tutto il Veneto, mentre le vicine città di Bergamo e Brescia hanno evidentemente un degrado sociale maggiore, accertato dall’indicatore. Speriamo che il Governo aumenti il budget e che la graduatoria rimanga valida’’.
Il bando prevedeva che ogni Comune presentasse interventi per un massimo di 20 milioni di euro. Da qua la scelta dell’Amministrazione comunale di chiedere finanziamenti per due importanti opere: Arsenale e Parco della Cultura urbana.
La graduatoria definitiva, che posiziona Verona al 69° e al 70° posto tra gli ammessi non finanziati, vede il comune di Sant’Antimo, Napoli, al primo posto tra gli ammessi finanziati con un indice di vulnerabilità di 119,64. Bergamo, ultimo Comune con progetti sovvenzionati, registra ‘vulnerabilità e degrado’ pari a 98,94. Verona arriva solo dopo, con un indice di 98,22. E quindi esclusa dai fondi, almeno per il momento. Il Governo con l’ultima Finanziaria avrebbe già destinato ulteriori 300 milioni per coprire i progetti esclusi. Ne mancherebbero altri 600 per finanziare tutti gli ammessi. Da qua l’appello ai parlamentari scaligeri, affinchè vengano stanziati ulteriori somme, rispetto a quelle attuali che coprono la realizzazione di 1784 opere.
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