Disegnatore, architetto, paesaggista, restauratore, Luigi Trezza è in mostra in Biblioteca Civica a Verona. La mostra realizzata dall’Ordine degli Architetti di Verona in collaborazione con la Biblioteca Civica cittadina celebra i 200 anni dalla morte dell’eclettica figura che tanto ha segnato architettura e paesaggio della città e provincia scaligera a cavallo tra il ‘700 e l’800. Futuristico nel disegno di pavimenti marmorei a mosaico, erede del Sanmicheli, una figura tutta da scoprire che ha inventato lo stucco per restaurare i gradini dell’Arena si può scoprire anche con un itinerario studiato dagli architetti. Il viaggio alla scoperta di Trezza parte dalla Biblioteca in via Cappello per toccare Palazzo Pindemonte a Porta Leoni, L’Arena, Casa Faccioli in piazza Bra, il Portico del Teatro Filarmonico in via Roma, Palazzo Orti Manara in Stradone Porta Palio, il pavimento della Cappella Pellegrini nella chiesa di San Bernardino e il labirinto in bosso del Giardino Giusti. Sabato prossimo, 20 maggio, gli architetti distribuiranno la mappa dell’itinerario con le descrizioni delle opere e la biografia di Trezza in Biblioteca Civica dalle 15 alle 17. Inoltre sarà possibile, eccezionalmente visitare la dimora di Luigi Trezza, aperta per l’occasione dalla famiglia dell’architetto Di Rosa Fauzza, situata in via Strada dei Monti 10/A, sempre nel pomeriggio di sabato 20. “L’iniziativa rientra nella serie di 32 eventi “Percorsi di Architettura, I cent’anni dell’Ordine” – spiega Paola Bonuzzi, vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Verona – un palinsesto di incontri, conferenze, itinerari, workshop che vuole indagare e far emergere le tematiche del rapporto tra l’architettura e il territorio. Luigi Trezza ha lasciato un segno importante nella nostra città, gli architetti ci sono e si vogliono prendere cura della città perché hanno le competenze e credo anche il dovere’’.
Il centenario vuole diventare l’occasione per riscoprire un secolo in cui la storia dell’Ordine e dell’esercizio della professione si incrociano con le carriere e le biografie di progettisti veronesi e no, più o meno noti, con le trasformazioni a tutte le scale della città e del territorio che contribuiscono a costruire. “Uno degli architetti “invisibili”, figlio ideale del linguaggio architettonico di Michele Sanmicheli’’, spiega Daniela Cavallo, componente della Commissione Politiche Culturali e Comunicazione dell’Ordine degli Architetti di Verona.
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