I paradigmi del colonialismo europeo Due direttrici, una violenta e l’altra negoziata: così avvenne la decolonizzazione

Per comprendere il diverso comportamento politico che le potenze coloniali europee assunsero nei confronti dei movimenti indipendentisti, è indispensabile avere presente le ragioni che stavano alla base dei due paradigmi di colonizzazione, britannico e francese. Il britannico dava priorità agli interessi economici della madrepatria, subordinando a essi l’amministrazione del territorio e la gestione dei rapporti con le popolazioni indigene. I due esempi estremi del colonialismo inglese furono l’India e l’Egitto: Londra, con il Government of India Act (1858), sottopose il subcontinente a un diretto controllo giuridico-amministrativo della Corona, mentre in Egitto il domino coloniale si limitò a sfruttarne i vantaggi economici. Elemento comune alle due colonie fu quindi lo sfruttamento economico del territorio, che consentiva il sicuro approvvigionamento di materie prime da destinare ai mercati internazionali. Vennero perciò introdotte in India le monoculture di indaco, cotone, juta, te e papavero da oppio e in Egitto il cotone e lo zucchero. Gli interessi economici del Regno Unito provocarono una grave distorsione dello sviluppo economico nei due Paesi, poiché l’introduzione delle monoculture rese le economie di India ed Egitto assai fragili, avendo concentrato la produzione su pochi beni dipendenti dall’export. Si pensi alla disastrosa rovina della agricoltura dei villaggi in India, che causò un’ondata di emigrazione verso l’Africa del Sud e l’Oceania, o alle gravi carenze alimentari, che portarono spesso i due Paesi alla fame. Nel modello coloniale francese prioritaria era la finalità politico-culturale e mirava innanzitutto ad assimilare le colonie in una “grande Francia”. I Francesi si ritenevano investiti della missione civilizzatrice, che si doveva realizzare mediante la cristianizzazione e la francesizzazione delle popolazioni autoctone. Ora le risposte che i due stati diedero alle richieste di indipendenza si dimostrarono in linea con la loro differente politica coloniale. La Gran Bretagna, analizzando costi e benefici della nuova situazione venutasi a creare, intraprese un’azione negoziale, che portò alla graduale nascita di stati indipendenti, ma che le consentì di conservare importanti legami nell’ambito del Commonwealth of Nations, assicurandosi così persistenti rapporti e vantaggi economici; la Francia invece oppose un’azione di forza, che la portò spesso allo scontro armato con i movimenti indipendentisti, essendo irremovibile nell’obiettivo di conservare una posizione di supremazia, anche al fine di mantenere i vantaggi economici.

 Romeo Ferrari. docente di storia e filosofia.