Tutti gli avevano pronosticato una retrocessione scontata, si trattava solo di capire quando questa sarebbe stata matematica. “Il Chievo? In serie A ci starà al massimo un anno”, dicevano i soliti “esperti”, in servizio permanente. “Dove vuoi che vada?”.
Non avevano fatto i conti con Gigi Delneri e la sua “banda” scatenata. “Capimmo subito, la prima giornata a Firenze, che ci potevamo stare anche noi” ha sempre detto Delneri. Firenze, una svolta. “Anche noi eravamo curiosi di capire com’era la serie A e la Fiorentina ci avrebbe dato la prima risposta”.
Il Chievo vinse 2-0 a Firenze, diede spettacolo, l’Italia cominciò ad ammirare un calcio diverso, “avanti di vent’anni”, con fuorigioco, pressing, intensità. E cominciò, soprattutto, a fare il tifo per quella squadra-simpatia, che divenne la seconda squadra di tutti.
“Se quell’anno non ci avessero fermato – ha sempre detto Delneri – potevamo davvero lottare per lo scudetto”.
Clamoroso l’arbitraggio di Cesari, in Milan-Verona 3-2. Il Chievo arrivò quinto, sfiorò la Champions (ci andò proprio il MIlan, guarda un po’…) ma incantò l’Italia che cominciò a parlare di “favola”. E i “mussi volanti” divennero una leggenda, non solo in Italia, ma in tutta l’Europa.