Tutto in poche ore. Da quando il governatore Luca Zaia ha annunciato che la Regione ha ricevuto proposte per l’acquisto di 27 milioni di vaccini si è scatenato il dibattito: giusto o sbagliato ‘far da sè’? Il presidente del Veneto tira dritto. “Ieri”, ha detto in conferenza stampa, “ho parlato con Domenico Arcuri, ho dato informazioni sulla richiesta ad Aifa che ci ha dirottato su di lui. Arcuri ha già sentito il dottor Luciano Flor (dg della sanità veneta, ndr) che ha richiesto il numero dei lotti dei vaccini. Qualora fosse confermata la fornitura di 27 milioni di dosi, il Paese non potrebbe girarsi dall’altra parte. Flor”, ha aggiunto Zaia, “sta facendo una verifica formale riguardo ai lotti e alle matricole, noi questa iniziativa non l’abbiamo presa per fare politica. Abbiamo 5 milioni di veneto che potrebbero chiedere di essere vaccinati, questo conta, e ho anche l’impressione che di qui a un mese avremo molti più vaccini sul mercato. Il mio sogno è realizzare il Veneto Covid free. Le cifre proposte sono in linea se non più basse di quelle di mercato, noi non strapagheremmo mai un vaccino, non saremmo più alla pari ma metteremmo in difficoltà chi non può permettersi di comprarli”. I detrattori dell’operazione hanno puntato il dito contro gli intermediari. Il governatore ha risposto a muso duro: “Le aziende produttrici, in generale, non è che vadano a vendere i prodotti con la valigia, hanno intermediari accreditati. Mi meraviglia che qualcuno abbia da ridire perché trattiamo cn gli intermediari. Scusate, e con chi dovremmo trattare? Se queste 27milioni di dosi le riversassimo sul ‘sistema Italia’, allora avremmo vaccini da fare per 3 mesi”. Ora come si procede? “Dobbiamo capire quali sono le norme giuridiche, perché”, ha sottolineato Zaia, “l’Italia non può comprare al di fuori del contratto europeo, mentre le Regioni possono acquistare. Si tratta di un acquisto di farmaci fuori confine, per le Regioni. Le Regioni potrebbero acquistare queste dosi autonomamente, penso che in veneto ce me bastino 4-5 milioni. Dobbiamo trovare un punto di equilibrio fra la capacità vaccinale e quella di fare magazzino, inutile tenere vaccini per mesi nei magazzini quando altri potrebbero farli”. E’ la logica della mutualità già sperimentata con l’acquisto delle mascerine lo scorso inverno, quando erano introvabili e il Veneto s’è dovuto arrangiare o quasi. Capitolo lockdown, su cui il governo rischia di spaccarsi prima ancora di partire. “Chi lo propone”, ha affermato Zaia, “deve farlo su basi scientifiche. Per ora invece ne sento parlare solo in modo aleatorio. e ricordiamoci che con il lockdown tagliamo le gambe ai cittadini e alla comunità”. In Veneto la variante inglese incide sul 18% dei contagi. Zaia, che si è scagliato di nuovo contro la decisione di annullare la riapertura degli impianti di risalita 4 ore prima dell’annunciata ripresa, ha anche annunciato che la didattica in presenza rimarrà al 50% almeno fino al 5 marzo.