C’eravamo tanto amati. Ora ci siamo sempre più odiati. La battaglia tra i due volti del vecchio Chievo, quello del presidente Luca Campedelli e della sua bandiera, il capitano, il simbolo della squadra Sergio Pellissier, aggiunge una nuova tappa, segna, comunque, un punto probabilmente di non ritorno a favore dell’ex attaccante.
Due notizie date in contemporanea che testimoniano i diversi stati d’animo dei due contendenti. Tutti sappiamo bene il nocciolo della questione. Chi tra i due ha il diritto di riportare in auge il nome del Chievo?
I due volti del Chievo
Ci sono stati i tempi delle battaglie legali, con Campedelli che era intervenuto per cambiare il nome alla nuova creatura creata dai due ex giocatori Pellissier ed Enzo Zanin. Non Chievo ma Clivense. Stesso trattamento riservato all’ex patron quando aveva cercato di dare vita prima al progetto Chievo Sona, poi a quello più solido con il Vigasio.
Punto di rottura il giorno dell’assegnazione del marchio, lo scorso 10 maggio, con l’assegnazione alla Clivense di Pellissier che proprio nei giorni scorsi assieme a Zanin si è recato dal notaio per cambiare la denominazione della società così come da volere dei tifosi. Non più Clivense ma Ac. ChievoVerona.
E nell’ultimo fine settimana ecco un’altra tappa forse decisiva. Pellissier e Zanin il prossimo 20 luglio al Payanini in via San Marco, quartiere Borgo Milano, danno vita ad una sorta di operazione nostalgia. Una giornata per salutare, assieme ai tifosi, il ritorno del ChievoVerona con protagonisti molti dei giocatori e degli allenatori che, negli scorsi anni, hanno scritto le pagine di una sorta di favola del calcio italiano.
Nomi non ne sono ancora trapelati ma Pellissier ha assicurato che “ci saranno almeno una trentina dei protagonisti dell’era Chievo”. Insomma la volontà chiara, inequivocabile di far capire a tutti chi ha ereditato quella storia, chi ha raccolto il testimone di quella squadra e che ha, ora, intenzione di scalare le serie e riportare il Chievo Verona, ora in serie D, tra i professionisti.
Il Tribunale di Venezia sanziona il Vigasio
Nello stesso giorno in cui si annuncia quello che enfaticamente è stato ribattezzato “Chievo is back, il ritorno dei campioni” ecco un’altra notizia che non può passare inosservata.
Il tribunale di Venezia, infatti, ha sanzionato il Vigasio per l’uso improprio e la contraffazione di nome e marchio del Chievo durante la scorsa stagione. La sentenza è datata 18 giugno e intima alla società di cessare con effetto immediato l’utilizzo di tutto il materiale sportivo che richiami i colori e i simboli del Chievo.
Nella sentenza viene inoltre ordinato di cancellare le immagini presenti sui profili Facebook e Instagram del club che riprendono lo stemma del Chievo. Intimata anche la pubblicazione della sentenza su La Gazzetta dello Sport e su L’Arena. Insomma, il progetto Chievo-Vigasio, presentato lo scorso anno al Bottagisio con presenza del presidente del Vigasio Zaffani e quella dell’ex presidente del Chievo Campedelli, è definitivamente tramontato.
Da tempo Campedelli ha fatto del Vigasio il suo punto di partenza per tornare a fare calcio. L’amicizia con Zaffani ha fatto il resto. Campedelli potrà rimanere al Vigasio ma è chiaro che l’intenzione di ricreare a Vigasio una società che ereditasse in qualche misura la storia del Chievo è naufragata. C’è solo un ChievoVerona dunque.
Appartiene a Pellissier e Zanin, rispettivamente presidente e vice di una società che rimane un unicum nel panorama italiano. La squadra dei tifosi. Che sabato 20 luglio potranno riabbracciare gli antichi eroi di una favola che è tornata a vivere.