“Senza voler fare del facile populismo è evidente che nel gruppo Agsm-Aim i conti non tornano. Va bene il raddoppio degli utili a seguito della fusione, e va bene il raddoppio del peso e del prestigio dell’azienda, ma in quanto società pubblica Agsm-Aim ha anche il dovere di tenere in considerazione gli aspetti etico-morali e di buon gusto dell’operato dei suoi amministratori. E il fatto che nell’ultimo anno i consiglieri di amministrazione di Agsm-Aim, tutti politici di nomina politica, si siano visti raddoppiare gli stipendi mentre gli utenti della multiutility hanno visto raddoppiare soltanto le bollette, deve costituire un problema in una società a capitale interamente pubblico. Trecentomila euro all’anno più bonus per Stefano Quaglino; 95 mila euro più rimborsi per Stefano Casali; 65 mila euro per Vivian e 45 mila euro più rimborsi spese per Vanzo, Massaro e Sebastiano. Queste considerazioni esulano dal dibattito sull’origine degli aumento dei costi di gas e luce, che di certo non sono stati decisi né da Casali né da Vanzo. In questo periodo di crisi sanitaria ed economica, gli stipendi a sei cifre nelle società pubbliche sono uno schiaffo in faccia alle famiglie e alle imprese in difficoltà. Diano un segnale di moderazione.
Il messaggio è rivolto anche al Sindaco Sboarina che ha fatto quelle nomine, e che ora è chiamato a dare una mano a famiglie e imprese ridistribuendo i circa 20 milioni di euro di utili di competenza di Agsm che in qualità di socio ha richiesto ad Agsm-Aim”. Questo l’intervento dei consiglieri del Pd Benini, Vallani e La Paglia.