I concetti del linguaggio tra luce e buio Il consigliere si cimenta in un percorso affascinante. Il libro dedicato a Don Arturo Caceffo

Per parlare del libro di Stefano Valdegamberi, dal titolo Le Origini del Linguaggio, a cura di Edizioni03 di Verona, possiamo partire da una domanda che, sicuramente, tutti ci siamo fatti almeno una volta, quando abbiamo riflettuto sulla nascita di una parola. Lo studio etimologico della parola è stato sempre affascinante e Stefano Valdegamberi ce ne dà prova.
“Ho avuto la fortuna di frequentare da giovane il Liceo classico che mi appassionato alla storia, la lingua e la cultura greca e latina, e grazie a questa formazione di base mi sono stati facilitati gli studi in economia per l’attività politica e lavorativa. Il liceo più che nozioni insegna il metodo: la logica, sviluppando la capacità introspettiva e di analisi delle cose: l’uomo è un tutt’uno e la logica della matematica è la stessa del linguaggio. Nel mio libro dimostro, attraverso una formula, l’equazione esistente tra le lettere, i suoni che rappresentavano all’origine dei concetti, e i numeri. I numeri sono l’alfabeto della matematica e, quindi, un linguaggio della logica; quella che accomuna matematica e lingua.”

Il perché di LE ORIGINI DEL LINGUAGGIO
“Il libro parte dal presupposto che gli alfabeti in tutto il mondo rappresentano dei suoni, che all’origine sintetizzavano concetti. Le parole non sono altro che l’assemblamento di suoni-concetto primitivi, secondo le logiche che il libro tende a spiegare. Noi parliamo una sola lingua, la lingua dell’homo sapiens: le differenze sono tanto maggiori tanto più lontana fu la separazione dei popoli tra loro. Tuttavia i mattoni usati per costruire le parole sono gli stessi e hanno mantenuto il medesimo significato che avevano quando eravamo un unico popolo nella Rift Valley africana.”

In quarta di copertina si legge: “l’origine del linguaggio è un tutt’uno con l’origine e l’evoluzione della logica umana.
“Il linguaggio si sviluppa a partire da due concetti originali: luce e buio. Il passaggio ripetitivi dalla notte al giorno è quello che ha influenzato maggiormente la logica umana generando molti concetti tra cui quello di affermazione/negazione, unione/divisione, che poi ritroviamo nelle radici delle lingue del pianeta. Tutto parte da una prima convenzione con cui l’uomo identificò la luce con determinati suoni (dentali) e buio con altri (nasali). Tutte le radici delle parole associate al concetto di luce contengono i suoni della luce, mentre quelle associate al concetto di buio i suoni del buio. Noi parliamo con un linguaggio simile a quello binario del computer attraverso associazioni di significati ai suoni luce-buio o meglio, luce-non luce.”

Com’è strutturato il libro?
“Storia, filosofia, religione e scienza non sono in contrapposizione: hanno alla base le stesse categorie della logica. Questo lo dimostro nel libro ed ecco perché spazio a 360 gradi dai concetti filosofici e religiosi a quelli matematici: non c’è contraddizione nella logica e il linguaggio è la manifestazione della logica.”

Dedica il libro al professore Don Arturo Caceffo, perché?
“Lo dedico a lui, professore con lauree umanistiche e scientifiche, perché fu il primo ad insegnarmi sui banchi del Liceo questa visione olistica del sapere e del linguaggio. Devo a lui l’illustrazione delle basi della teoria suoni-concetto, che credo lui stesso avesse iniziato a elaborare. Mi aprì la mente e la curiosità mi portò ad approfondirla sempre più, fino a scrivere questo trattato con cui riflettere su un concetto semplice: noi conosciamo attraverso metodi comparativi le radici delle parole, ma non il perché del loro significato, ed io provo ad andare oltre “il come” con “il perché” dell’uso di determinate parole.”