Avete mai visto o sentito in queste settimane un bambino frignare e fare il diavolo a quattro perché non può giocare con gli amichetti al parco?
Io no, pur abitando in un condominio dove i bambini non mancano. Idem nel palazzo di fronte e in quello dietro. I bambini calciano il pallone nel giardino di casa, saltano la corda, disegnano arcobaleni e fiori coi gessetti colorati sui muretti e le grigie rampe dei garage. Ridono e non si lamentano. C’è un bambino bravissimo che gioca a tennis contro il muro. Una bambina con delle lunghe trecce bionde, avrà nove-dieci anni, balla le musiche dei cartoni animati che è uno spettacolo. I bambini si ingegnano, viaggiano con la fantasia. Certo, anche i bambini ogni tanto dentro casa mettono il broncio, sbuffano, chiedono a papà e mamma quando potranno tornare alla normalità. Non credo che i bambini, quelli un po’ più cresciuti, non si rendano conto di ciò che stiamo vivendo. Ovviamente sono spensierati per natura, non sanno cosa significhi perdere il lavoro e far quadrare i conti, ma anche loro, come i grandi, hanno precise esigenze, quelle dei bambini, che sono correre, sfogarsi, conoscere il mondo e sì, anche andare a scuola. Le figlie di una coppia di amici, due scatenate di 11 e 7 anni, certi giorni piangono perché gli mancano i compagni di classe. Alla più piccola mancano anche le maestre. I bambini stanno dando l’esempio ad alcuni genitori che ancora si lamentano perché non possono andare al bar a fare l’aperitivo al bar. e che si sono avventurati in scampagnate non appena è stato tolto il divieto di passeggiare entro i 200 metri dall’abitazione. I bambini scrivono letterine ai medici, agli infermieri, alla Protezione Civile, persino ai presidenti di Regione per ringraziarli degli enormi sforzi di questo periodo. Il governatore Zaia ne riceve decine alla settimana. Ci sono certi piccoli, ai quali papà e mamma evidentemente hanno già insegnato cose meravigliose, che stanno rinunciando alle mancette di Pasqua e di compleanno per devolverle alle associazioni che fanno del bene, alle istituzioni che comprano mascherine. I bambini mandano disegni di incoraggiamento, scrivono poesie. Le pagine social del presidente del Veneto ne sono piene. Leonardo, 4 anni e due guancette che ti vien voglia di mordicchiare, disegna su un foglio le regole da «inseguire», dice. «Mascherina quando si va in giro, non si va a casa degli altri, non ci si tocca naso, bocca, occhi. Oggi c’è il rosso perché c’è il Coronavirus. Poi c’è il verde perché si può andare». Leonardo ha 4 anni e un cuore grande. Come Sofia, Anna, Martina, Laura, che di anni ne ha 12, l’autrice del bellissimo disegno con cui oggi abbiamo deciso di “aprire” il giornale. Sono tutti piccoli-grandi benefattori che regalano un soldino o un sorriso a chi sta combattendo il mostro. Evviva i bambini!
Alessandro Gonzato