“I 30 milioni in arrivo da Roma per la riorganizzazione dell’ospedale di Legnago, annunciati da Zaia e dall’assessore Lanzarin vengano investiti al più presto, perché non è possibile attendere oltre: occorre assumere personale e applicare integralmente le schede ospedaliere perché i disservizi continuano ad aumentare”. È quanto chiede Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico a proposito della situazione al Mater Salutis. “Ci auguriamo che possa essere il primo passo di un’inversione di tendenza. Finora infatti abbiamo assistito a un depotenziamento costante della sanità pubblica in provincia di Verona. La pandemia ha dato una spinta ulteriore a un processo in atto da tempo, non è certo la causa. A Legnago mancano primari e medici in troppi reparti, gli utenti o attendono mesi per una visita oppure sono costretti a rivolgersi al privato, visto che le altre strutture vicine, come Villafranca e Bussolengo, si trovano in una situazione analoga”.
“Finora la riforma sanitaria con l’accorpamento delle Ulss non ha portato benefici sulla qualità dell’assistenza. Gli impieghi nella sanità pubblica in Veneto sono sempre meno attrattivi, come testimoniano i numerosi abbandoni dei medici ospedalieri, sia per il trattamento economico che per le possibilità di avanzamento di carriera. E su questo la Regione non ha fatto nessun ‘mea culpa’: non è solo un problema di programmazione nazionale! È inaccettabile che a Legnago manchino da mesi primari di cinque reparti, è ovvio che lavorare in una situazione del genere non sia appetibile. E il resto, ritardi e disservizi, viene di conseguenza. Per questo chiediamo che quelle risorse vengano spese presto e bene”.