Hermete, cooperativa sociale con attenzione per i bambini E’ nata a Fumane nel 2002. Lo scopo è quello di promuovere lo sviluppo che valorizzi l’inclusività. Progetto anche a Bussolengo

Un modello ispiratore di promozione sociale e sviluppo comunitario. Nel cuore della Valpolicella, nel 1997, è nata, per poi svilupparsi ed evolvere, Hermete. Sorta come associazione, diventa cooperativa sociale nel 2002, perseguendo la mission di sviluppo socioeducativo e culturale del territorio, attraverso progetti e servizi nei quali è centrale il protagonismo dei soci e dei lavoratori. Hermete pone un’attenzione privilegiata verso i bambini, gli adolescenti e i giovani, considerandoli sempre come parte di una comunità locale più ampia, entro la quale interagiscono istituzioni pubbliche e private.Hermete rappresenta un esempio tangibile di come l’imprenditorialità sociale possa fiorire, nutrendo il terreno fertile della comunità in cui si inserisce. Composta da “un team eterogeneo e appassionato che, con un approccio cooperativo di fiducia e parità, genera e coltiva reti territoriali disegnando progetti destinati alla comunità attraverso una costante attività di ricerca, professionalità e competenza”. A raccontarcelo è Simone Perina, Presidente di Hermete Cooperativa Sociale.
Come è nata la vostra realtà? Da quanto siete attivi sul territorio?  
Hermete nasce nel 2002. Prima era un’associazione di giovani del territorio della Valpolicella che erano attivi sul territorio in particolare di Fumane. Quest’anno abbiamo compiuto 21 anni.
Qual è la mission dell’associazione? 
Lo scopo di Hermete è promuovere lo sviluppo della comunità attraverso un approccio che valorizzi l’imprenditività, l’inclusività, la creazione di comunità educanti e l’atteggiamento di cura. Hermete, inoltre, favorisce un approccio di rete consapevole del valore della cooperazione.
Su quale territorio operate? 
Hermete opera prevalentemente sul territorio della Valpolicella a Verona. Abbiamo un progetto importante anche a Bussolengo. In realtà, abbiamo alcune progettazioni che ci portano anche in altri territori e in molte scuole. Quindi, potremmo dire che siamo presenti nel distretto 4 ovest veronese della nostra ULSS 9.
Avete in cantiere progetti di cui vorreste parlare in particolare? 
Il nostro cantiere sempre aperto è il progetto Gabanel. Si tratta di una villa confiscata alla mafia di proprietà del Comune di Bussolengo che, grazie al sostegno di numerosi partner, abbiamo trasformato in un progetto socio-turistico. Infatti, la villa è diventata un Ostello, nello specifico un bike hostel, con l’obiettivo di dare delle opportunità a giovani con delle fragilità o che stanno passano periodi di difficoltà. Con questo progetto vogliamo creare occasioni di sperimentazione lavorativa e di “sblocco”, per accompagnare questi giovani a costruire il loro futuro. In pratica, i ragazzi e le ragazze hanno la possibilità di fare un’esperienza lavorativa nell’ospitalità dell’ostello, oppure nelle manutenzioni e ancora nella gestione del Bici Grill, un piccolo bar ristoro nato quest’anno.
Mi racconta una “storia virtuosa” sorta grazie al contributo della vostra realtà?
Direi che il progetto Gabanel ha trasformato un bene confiscato alla criminalità che da anni era in disuso in opportunità per molti giovani. La villa è stata rinnovata e rigenerata. Questo bene pubblico è ora aperto anche per tutta la comunità. L’ostello è partito solo nel 2022, ma è già dal 2018 che abbiamo iniziato a lavorarci, proprio con ragazzi in svantaggio. Abbiamo costruito insieme al loro tutti gli arredi partendo da disegni e progetti del famoso designer Enzo Mari. Lo studio di architettura Blocco18 e Lisa Ceravolo hanno avuto l’intuizione di approcciare il metodo dell’autocostruzione di Enzo Mari, con il nostro progetto di attivazione e sviluppo di imprenditività rivolto ai ragazzi e ragazze.
Di che tipo di supporto avete maggiore bisogno? 
Abbiamo bisogno del supporto della Comunità di tutta la comunità locale nelle quali abbiamo progetti attivi. Non è possibile portare cambiamento da soli. Serve grande coesione d’intenti tra servizi, enti del terzo settore, aziende e servizi locali. La Responsabilità sociale delle imprese profit è fondamentale per sostenere progetti sociali che spesso fanno fatica a star sul mercato.
Cosa vi augurate dal futuro per la vostra realtà? 
Ci auguriamo di lavorare sempre con entusiasmo come abbiamo fatto in questi vent’anni e di proseguire nel generare connessioni. Di continuare ad essere innovativi e di coltivare sempre il desiderio di sperimentare cose nuove.
Stefania Tessari
(7° puntata)