Sofferenza, sudore, lavoro: sono tre parole, tre concetti che si ripetono spesso nel primo giorno in gialloblù di Paolo Zanetti, il nuovo tecnico dell’Hellas Verona. Una sorta di mantra, tre chiavi di lettura di quella che sarà la prossima stagione che attende il Verona.
Lo dice subito, senza mezze misure, conscio che sarà un’annata in cui le difficoltà saranno all’ordine del giorno. Zanetti è uno vero, poche chiacchiere, tanta voglia di dimostrare sul campo, nella quotidianità di meritarsi la chiamata del Verona. Basta questa affermazione per capire lo stato d’animo del nuovo tecnico.
Hellas Verona, Zanetti è ufficialmente il nuovo allenatore
“Io sono partito dal basso, ho fatto la gavetta e se otto anni fa mi avessero detto che sarei diventato l’allenatore del Verona avrei firmato col sangue. Qui c’è un esercito dietro e sono i nostri tifosi. Il mio calcio è fatto di sudore e di sacrificio. Per chi viene da fuori si percepisce che l’Hellas Verona è questo”. Quindi entusiasmo, voglia di vivere sino in fondo quella che Zanetti ritiene essere una grande occasione.
Poi c’è la parte tecnica. Zanetti è un allenatore di carattere, vuole squadre propositive ma in grado di tenere ritmi alti, di non dare scampo sul piano della corsa agli avversari.
“Nel mio gioco i trequartisti sono importanti, come per tutte le squadre. Il pallone mi piace tenerlo perché sprechi meno energia. Mi piace il calcio verticale, ma non mi piace buttare via la palla. Chi veste la maglia dovrà dare tutto al cento per cento. Bisogna rispettare la società e questo lo si fa col lavoro”. Applicazione prima di tutto. Voglia di mettere dentro il terreno di gioco quelle caratteristiche che saranno fondamentali per raggiungere la salvezza. E non è una questione di nomi perché su questo Zanetti è addirittura lampante.
“Mercato? Non ho chiesto giocatori, ho chiesto caratteristiche. Con Sogliano abbiamo la stessa visione. Prenderemo giocatori poliedrici come Harroui (centrocampista marocchino prelevato dal Frosinone ndr). Rivalsa personale dopo l’esonero dello scorso anno? Succede nel calcio, abbiamo fatto 43 punti che a Empoli sono un’impresa. Poi l’anno dopo non siamo partite bene e ho pagato per tutti come probabilmente è giusto. Di certo ho voglia di fare bene, di giocarmi al meglio questa grande opportunità che il Verona mi ha concesso”.
Un campionato di sofferenza
Accanto a Zanetti c’è il direttore sportivo Sean Sogliano. Che fa cenno spesso di sì con il capo alle parole del nuovo tecnico.
“Sarà un altro campionato di sofferenza, ma con la straordinaria compattezza del nostro ambiente speriamo di festeggiare ancora una volta”.
Prima ancora che Zanetti inizi a parlare e rispondere alle domande Sogliano è categorico. “Le dinamiche sono sempre le stesse. Dobbiamo stare dentro dei parametri, non possiamo dare ingaggi alti. Dobbiamo realizzare plusvalenze per vivere e tenere i conti a posto. Noi lavoriamo in questo modo e continueremo a lavorare così. Vogliamo giocatori con fame e voglia di affermarsi, questa è la nostra filosofia”.
Insomma sofferenza, sudore e lavoro. Da qualsiasi parte la si guardi il destino del Verona è concentrato in tre semplici parole, in tre concetti che Zanetti vuole che la squadra sappia declinare in campo. Tutti assieme per vivere un altro piccolo miracolo.