Contro la Roma il Verona è incappato nella seconda sconfitta di questo 2023, ovvero da quando il campionato di serie A ha riaperto i propri battenti dopo la sosta Mondiale. Come successo alcune settimane fa contro l’Inter, la formazione gialloblù è stata sconfitta con un solo gol di scarto al termine di un incontro dove ha rischiato poco dietro ma si è dimostrata troppo molle e poco incisiva davanti. Subita la rete quasi allo scadere del primo tempo, la squadra di Marco Zaffaroni, grazie anche ad alcuni cambi apportati dallo stesso tecnico gialloblù, ha rialzato la testa a metà ripresa, creando un paio di situazioni pericolose. Si è trattato, tuttavia, di un fuoco di paglia. Nel finale, invece, è stata la Roma ad andare vicinissima al raddoppio con un colpo di testa ravvicinato di Belotti. A evitare il raddoppio omanista ci ha pensato in questo caso Montipò, che con un prodigioso intervento ha evitato che la palla finisse in rete una seconda volta. Una sconfitta, quella di Roma, sulla quale non serve fare drammi ma che offre interessanti spunti per le prossime partite. PREGI E DIFETTI Contro la formazione di Mourinho i gialloblù hanno confermato i continui progressi in fase difensiva dove è stata finalmente ritrovata un’apprezzabile solidità. I numeri – cinque gol subiti in otto partite – lo stanno a dimostrare. Montipò è stato realmente chiamato in causa solamente nel finale del match, quando ha respinto con un grande intervento una conclusione di testa a colpo sicuro di Belotti. L’estremo gialloblù non ha particolari colpe sulla rete di Solbakken, dove le responsabilità sembrano, invece, tutte a carico di Dawidowicz, apparso in evidente ritardo sul movimento effettuato dall’attaccante norvegese. A tal proposito, ha lasciato qualche perplessità la mossa di Zaffaraoni di puntare sul difensore polacco, preferendolo a Coppola che nelle ultime gare aveva mostrato una certa affidabilità. Un altro fattore venuto inoltre a mancare contro i giallorossi, è stata la consueta spinta sulle corsie esterne. Depaoli da una parte e Doig dall’altra hanno perso i confronti diretti con i rispettivi avversari – Spinazzola e Karldorp – e questo ha impedito loro di garantire i rifornimenti necessari in fase offensiva. Notizie deludenti sono arrivate anche dall’attacco. Gaich, risultato alquanto macchinoso e poco mobile, sottoposto alle cure, senza complimenti, di Smalling e Mancini, non è riuscito praticamente a toccare palla mentre Ngonge e Lazovic, decisamente meno ispirati del solito, hanno fatto mancare alla manovra offensiva quel minimo di imprevedibilità, necessario per creare occasioni in zona gol. Più di altre volte si è sentita la mancanza di un giocatore come Djuric, abile a fare salire la squadra e a offrire interessanti sponde per i compagni. L’ariete bosniaco, però, mancherà ancora per qualche settimana quindi la sua assenza non può e non deve diventare un alibi.
Enrico Brigi