Hellas, il destino nelle tue mani I gialloblu si preparano alla trasferta a Salerno: è meglio non fare troppi ragionamenti sulle possibili combinazioni prima dell'Inter.

Dal paradiso all’inferno in pochi minuti passando per la via di un suicidio perfetto in piena regola. Potrebbe essere questo, in estrema sintesi, il succo decisamente amaro della sfida di domenica contro il Torino. Dopo un’ora di gioco nella quale i granata avevano lasciato il pallino in mano ai gialloblù, è arrivato il meritato vantaggio firmato dal polacco Swiderski, appena subentrato al posto di un evanescente Bonazzoli.

La rete, che in quel momento valeva la salvezza matematica, deve aver probabilmente “distratto” oltremisura la squadra di Baroni che, forse colpevolmente convinta di aver già in mano la partita, ha inspiegabilmente spento la luce.

Gli uomini di Juric, che fino a quel momento erano sembrati veramente poca cosa, come lo stesso tecnico ha candidamente ammesso in conferenza stampa, hanno rialzato la testa e senza compiere particolari sforzi hanno ribaltato il punteggio a proprio favore. Facendo precipitare nell’incubo più profondo i quasi ventiseimila del Bentegodi.

Cambi da rivedere

Secondo molti addetti ai lavori, considerazione sulla quale ci troviamo d’accordo, a cambiare le carte in tavola è stata la sostituzione di Magnani – ammonito – con contemporaneo arretramento di Dawidowicz, fin a quel momento decisamente efficace sulla linea mediana nel francobollare Ricci. La decisione di Baroni di togliere il centrale gialloblù ha riscritto lo spartito tattico della contesa, facendo venir meno l’equilibrio tra i reparti.

Il pareggio del giovane Sava – cipriota all’esordio nella massima serie – ha mandato poi in tilt la squadra che è successivamente capitolata sull’iniziativa di Pellegri, grazie anche alla complicità di Coppola in marcatura e di Montipò, trafitto tra le gambe sul primo palo.

Probabilmente, con il senno di poi, visto il poco tempo che mancava al triplice fischio, valeva forse insistere su una scelta iniziale rivelatasi azzeccata. Da rivedere anche il cambio tardivo di Cabal, in evidente difficoltà nei confronti del subentrato Lazaro, dal cui piede è partito il pallone vincente capitalizzato da Sava, complice un troppo distratto Centonze.

Lotta salvezza tutta da scrivere

L’inopinata sconfitta, accompagnata anche dalla vittoria dell’Udinese nel posticipo di lunedì contro il Lecce, lascia la lotta salvezza aperta a qualsiasi combinazione. Anche la peggiore. I gialloblù, come ha più volte ribadito lo stesso Baroni, devono evitare di guardare ai risultati degli altri ma pensare esclusivamente alle proprie forze.

Il calendario propone ora le cosiddette due finali: lunedì prossimo, nel posticipo, la sfida all’Arechi contro la Salernitana e nell’ultimo turno la gara al Bentegodi contro l’Inter, già campione d’Italia da alcune settimane.

La partita più insidiosa è sicuramente la prima contro una squadra già retrocessa ma che farà sicuramente di tutto per congedarsi nel miglior modo possibile dai propri tifosi. Magari facendo un “dispetto” ai gialloblù, cercando di vendicare – sportivamente s’intende – la sconfitta subita ai play off per la serie B nel lontano 2011.

Con l’Inter potrebbe anche “scapparci” un pareggio ma meglio non fare affidamento su queste cose. Il Verona dovrà sudarsela sul campo. Magari già a Salerno, dove ha la grande
possibilità di chiudere definitivamente il discorso. I gialloblù hanno il destino nelle loro mani.

Vista la situazione dello scorso gennaio, chiunque avrebbe firmato per trovarsi in una situazione come quella attuale. Ora, però, tutto questo deve essere lasciato da parte. Conta poco. Servono i fatti.