Una sconfitta severa, senza appello. Il Verona esce con poche certezze e tanta inquietudine dalla sfida con la Fiorentina. Che la Viola possa vincere contro l’Hellas è nell’ordine delle cose perchè, indubbiamente, la squadra di Vincenzo Italiano è una formazione costruita per ambire a traguardi importanti e la semifinale di Coppa Italia e il percorso europeo in Conference League sono testimonianza del valore della squadra gigliata. Che, tuttavia, ha reso evidenti i nervi scoperti del Verona, i suoi punti deboli in una serata in cui anche la conduzione tecnica del duo Zaffaroni-Bocchetti ha latitato. Partiamo, infatti, dalla formazione iniziale. All’Olimpico contro la Roma la scelta a cui affidare il ruolo di prima punta era andata all’argentino Gaich, contro la Fiorentina il prescelto è stato Lasagna. Incredibile a dirsi ma l’assenza di un giocatore dalle caratteristiche di Milan Djuric sta pesando moltissimo nel gioco del Verona che, a bocce ferme sia chiaro, avrebbe potuto tenersi Piccoli, proprietà dell’Atalanta, passato all’Empoli. Lasagna ha fallito un gol clamoroso che avrebbe potuto dare la parità all’Hellas dopo la rete iniziale dell’ex Barak. Per andare controcorrente si può dire che quello è l’episodio meno importante nella gara dell’ex attaccante della Nazionale. Il mantovano non è una prima punta e come gioca il Verona è in chiara difficoltà. Avrebbe bisogno della palla lunga per attaccare la profondità, è in crisi nera quando è costretto a giocare spalle alla porta. A questo Verona Lasagna non serve. Può essere utile nell’ultima mezz’ora a squadre allungate ma anche assieme a Gaich. La staffetta tra i due nel match contro la Viola non aveva senso, visto che il Verona era già sotto di due reti. E’ mancata alla coppia Bocchetti-Zaffaroni un pizzico di coraggio. La gara era già compromessa, cambiare modulo offensivo ci poteva stare. Altra evidenza nella debacle con i viola. Il Verona gioca uno contro uno a tutto campo ma è chiaro che ci sono duelli individuali che non si possono vincere. Quello tra il veloce e guizzante Ikone e il compassato e macchinoso Dawidowicz è stato, per dirla con il basket, il miss match sul quale la Fiorentina ha puntato per aprire la scatola. Se ne è accorto tutto il Bentegodi ad eccezione della panchina del Verona. Per riassumere, dunque, il Verona ha lacune offensive evidenti. Se le reti non arrivano dai trequartisti, leggi Lazovic ed Ngonge, le punte e, attualmente, sono solo Lasagna e Gaich, la porta non la vedono anche perchè hanno caratteristiche diverse che, per assurdo, potrebbero sposarsi. Giocando in difesa con i tre centrali il Verona accetta l’uno contro uno a tutto campo ma è evidente che se l’avversario ha una punta rapida che porta lontano il proprio marcatore può fare male all’Hellas. All’orizzonte c’è uno spauracchio. Il Verona è chiamato alla riscossa proprio contro lo Spezia. Sarà importante ma forse non decisiva. Ma c’è da tenere a bada un attaccante dal calibro di M’Bala Nzola. L’angolano fa paura ad un Hellas tornato ad essere, nuovamente, maledettamente fragile
Mauro Baroncini