Contro l’Atalanta i gialloblù hanno rimediato una nuova sconfitta, la seconda consecutiva, la terza nelle ultime quattro gare. Proprio nel momento in cui, dopo una lunga rincorsa, sarebbe servito l’allungo decisivo, la squadra di Zaffaroni ha inaspettatamente mostrato il fianco. Il lampo di Lecce aveva alimentato qualche speranza, subito sopita dal ko interno contro il Torino e, appunto, da quello di Bergamo. A dir la verità contro la formazione di Gasperini, rabberciata per qualche infortunio di troppo ma sempre compagine di ottima qualità, la partenza è stata positiva. L’approccio, sfociato nella rete del vantaggio di Lazovic, era quello giusto. Il pareggio a fine primo tempo, nonostante tutto ci stava. Il patatrac si è materializzato a inizio ripresa con l’incredibile errore di Montipò. Da lì in poi la squadra non è stata più capace di riprendersi, subendo successivamente la terza rete che ha messo una pietra tombale sull’incontro. CHI SALE Ancora una volta le cose positive si contano sulle dita di una mano. Uno dei pochi a salvare la faccia è stato Darko Lazovic. Oltre a segnare la rete dell’illusorio vantaggio, l’esterno serbo ha cercato, con il suo modo di stare in campo, di trascinare i suoi compagni a dare tutto per la causa. Peccato che un infortunio muscolare, l’ennesimo di questo disastrato finale di stagione, lo abbia anzitempo tolto di mezzo. Buone notizie sono arrivate anche da Sulemana, gettato nella mischia dall’inizio con l’obiettivo di sbarrare la strada a uno del calibro di Koopmeiners. Il giovane centrocampista gialloblù, al cospetto del più illustre avversario, ha retto bene il confronto, trovando anche il coraggio di sfiorare la marcatura che avrebbe potuto riaprire l’incontro. Peccato, però, che il suo potente destro, abbia solo scheggiato la parte superiore della traversa. CHI SCENDE Se il Verona è ancora lì a giocarsi la salvezza il merito più grande va ascritto sicuramente al proprio portiere che più di qualche volta ha messo i suoi provvidenziali guantoni a firma degli importanti risultati ottenuti. Tuttavia, capita anche ai migliori di sbagliare e questa volta è andata proprio così. L’errore commesso a Bergamo è probabilmente uno di quelli che ti rimangono appiccati addosso per sempre. Sarà molto difficile dimenticare. Un eccesso di zelo e di confidenza nei propri mezzi, figlio di questa nuova corrente di pensiero meglio conosciuta come costruzione dal basso. Montipò, però, è in buona compagnia. Parliamo di Ngonge, che dopo l’acuto di Lecce, ha regalato un’altra prestazione incolore e totalmente anonima. Il Verona conta e contava molto sull’estro del giovane attaccante belga ma se questi sono i risultati, non c’è molto da stare allegri. Ora mancano due partite. Centottanta minuti per sperare di poter raggiungere ciò che prima sembrava irraggiungibile. In questo momento serve unità d’intenti. Nonostante tutto, nulla è ancora perduto. Crederci è il minimo sindacale. Alla fine, poi, si tireranno le somme. Come sempre. Enrico Brigi
Home La Cronaca di Verona Hellas, 180 minuti per non disperare. Contro l’Atalanta rimediata una brutta sconfitta