Hacks, la recensione della prima stagione della serie tv

Nonostante la supremazia delle piattaforme streaming ci abbia abituati alla mondovisione dei contenuti televisivi più in voga del momento, ci sono ancora delle serie che passano in sordina per qualche tempo prima di raggiungere la fama oltreoceano; e, come tutte le buone eccezioni che si rispettino, molto spesso sono proprio queste a rivelarsi, nel tempo, dei piccoli capolavori.

È proprio questo il caso di “Hacks”, serie tv comica uscita con la sua prima stagione negli Stati Uniti nel 2021 su HBO Max e solo recentemente inserita nel catalogo di Netflix Italia.

Hacks, la recensione della serie tv

Mentre in America è stato annunciato in questi giorni il rinnovo per una quarta stagione, in Italia abbiamo avuto, finora, l’occasione di assaporare la stagione pilota (con la promessa da parte di Netflix della disponibilità del secondo capitolo a breve).

Questi dieci episodi sono più che abbastanza per dichiarare, senza il minimo dubbio, che si tratta di una delle serie più riuscite degli ultimi anni. Perché di serie tv ce ne sono a migliaia, e tante sono anche di buon livello; ma «buono è il minimo. Devi essere molto più che buono» ci ricorda Deborah Vance (Jean Smart), protagonista di Hacks. Per contraddistinguersi ci vuole talento, originalità, innovazione e, perché no, anche coraggio nell’affrontare argomenti scomodi in chiave comica e leggera.

Hacks tutte queste caratteristiche le ha tutte, e ha anche tanto da insegnare in merito.
Portavoce del talento sono i due pilastri femminili su cui poggia l’intero format: da una parte Jean Smart, finalmente protagonista dopo le recenti ed impeccabili performance di supporto in Mare of Easttown e Watchmen; dall’altra la giovane e promettente Hannah Einbinder, alla prima esperienza di ruolo principale in tv dopo tanti anni da stand up comedian.

Poche dinamiche sanno tenere lo spettatore incollato allo schermo quanto quella di due protagoniste agli antipodi obbligate a scontrarsi fino a trovare un punto di incontro. Aggiungiamoci poi la decisione di ambientare la serie a Las Vegas, tra i teatri, i casinò e la lussuosissima villa di una celebrità che, una volta tanto, non gira attorno al mondo del cinema.

Alla stregua di una dinamica che non si discosta troppo da quella di Meryl Streep e Anne
Hathaway ne “Il Diavolo veste Prada”, Smart e Einbinder interpretano qui, rispettivamente, Deborah Vance, tagliente e altezzosa diva della stand-up comedy, e Ava Daniels, aspirante comica ostracizzata dallo showbiz a causa di una sua battuta infelice spopolata sui social.

Trovandosi entrambe in un momento di forte declino, le due donne vengono costrette a lavorare insieme dal loro agente comune, nella speranza di non venire masticate e sputate dalle ferree regole dello show business. Tra scontri generazionali, profonde divergenze artistiche e culturali, Deborah e Ava scopriranno di essere più simili di quello che pensano e instaureranno un rapporto “odi et amo” destinato a lasciare traccia.

Divertente, ricercata, provocatoria e mai banale, la serie televisiva ideata da Lucia Aniello, Paul W. Downs e Jen Statsky è una chicca che non potete perdervi.