Fin dall’inizio di questo doloroso percorso avevano espresso il desiderio, forte, che Wolfgang Rieke venisse processato in Italia e fosse condannato a una pena adeguata alla gravissima e spregevole condotta tenuta: ora finalmente questa richiesta è stata definitivamente accolta.
E’ ben comprensibile la soddisfazione dei familiari di Davide Rebellin dopo l’attesa udienza tenutasi in tribunale a Vicenza, all’esito della quale il collegio presieduto dal giudice Filippo Lagrasta ha dichiarato “inammissibile” la richiesta di patteggiamento della pena di tre anni e undici mesi presentata dal difensore del camionista tedesco sessantatreenne che il 30 novembre 2022, a Montebello Vicentino, ha investito e ucciso il compianto campione di ciclismo, a soli 51 anni, mentre si stava allenando con la sua bici da corsa, dandosi poi alla fuga e lasciando la vittima al suo destino: una “inammissibilità” determinata dal fatto che l’istanza riproposta davanti ai giudici del dibattimento era esattamente la stessa già formulata dinanzi al Gip, laddove invece, a parere del collegio, si sarebbe dovuta differenziare. I giudici hanno quindi dichiarato aperto il procedimento: si andrà a processo, che inizierà con la prima udienza dibattimentale, già fissata, il 27 maggio, dalle ore 14.45, sempre avanti il Tribunale berico.
La moglie, la mamma e i tre fratelli di Rebellin sono già stati integralmente risarciti dalla compagnia di assicurazione del mezzo pesante attraverso Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui si sono affidati, tramite l’Area Manager Vicenza e Verona Alessio Rossato, e che li ha assistiti fin dall’inizio, unitamente all’avv. Davide Picco del foro di Vicenza – entrambi erano presenti in aula anche oggi -, ma si aspettavano, e si aspettano, anche una risposta forte da parte della giustizia penale: avevano espresso a più riprese tutte le loro contrarietà rispetto ad un patteggiamento, chiedendo che il camionista “pirata” fosse processato. E sarà così.
“E’ stata una bella sorpresa, non ce lo aspettavamo, temevamo che il collegio, dopo la concessione degli arresti domiciliari all’imputato, acconsentisse anche al patteggiamento. Non possiamo che essere soddisfatti del fatto che, invece, i giudici abbiano deciso di andare avanti e di mandare a processo Rieke, rinnoviamo tutti i nostri ringraziamenti per il grande lavoro svolto dalla Giustizia italiana per Davide, sia alla Procura sia al Tribunale” ha commentato a caldo il fratello, Carlo Rebellin, alludendo anche alla “battaglia” per l’estradizione dalla Germania, dove si era subito “rifugiato”, dell’autotrasportatore, che ha ha fatto anche più di sei mesi di carcere a Vicenza, da agosto 2023 a febbraio 2024, e che attualmente si trova agli arresti domiciliari, misura alternativa concessa per l’appunto dallo stesso collegio di giudici, presso alcuni amici di famiglia nel Trevigiano.
“Non vogliamo vendetta ma giustizia per Davide – conclude Carlo Rebellin – e crediamo che un processo sia la sede “giusta” per accertare tutti i fatti e per arrivare a una condanna che non ce lo restituirà ma che sia quanto meno la più congrua possibile, compatibilmente con le leggi italiane, alle gravi responsabilità dell’imputato”.