Andrea Guardini ha voglia di rimettersi in gioco, dopo unperiodo difficile. Eccolo pronto a rispondere alla raffica di domande.
Il Covid ha inciso sul tuo stile di vita e sulla tua carriera?
“Sì, ha inciso parecchio su entrambi i fronti. Dall’anno scorso corro per la Giotti Victoria-Savini Due: sono partito per rilanciarmi e riuscire a far vedere che valgo di più di una squadra “piccola”, ma così non è stato. Abbiamo fatto solo 23 giorni di corsa, e quindi ho continuato ancora qui, perché non c’è stata possibilità di trovare un altro sbocco. Il mercato ciclistico non si è mosso tanto, le squadre hanno cercato di salvaguardare i corridori e mantenerli negli organici. Anche perché, sull’aspetto economico, il ciclismo è uno sport completamente dipendente dagli sponsor.”
Come procede la stagione? Ti senti bene a livello di condizione?
“Mi sento bene, la condizione è in crescendo. Sono amareggiato per quello che è successo alla prima tappa della Coppi e Bartali, a Gatteo, perché quella era l’unica possibilità di volata, e ha vinto Mareczko. Purtroppo a 10 chilometri dall’arrivo ho avuto un problema alla bici, mi si è fulminato il cambio elettronico, e quindi ho dovuto cambiarla in un momento non facile. Ho perso tempo e sono rientrato troppo tardi per avere gambe e energie per la volata, e soprattutto per tornare davanti.
Come ti trovi alla Giotti Victoria? È una realtà in crescita?
“Assolutamente. La realtà della Giotti Victoria è bellissima e l’ambiente è stupendo. L’unico problema è che, essendo in una categoria Continental, fa fatica a trovare continuità e inviti. Con il Covid anche le corse “di secondo livello”, come la Coppi e Bartali, sono diventate corse di spessore, perché ci sono sempre più squadre World Tour che vengono a competere. Noi ci possiamo ritenere fortunati, dato che con a capo Giuliani riusciamo a fare un calendario di gare invidiabile: è un valore aggiunto non da poco.”
Quali sono i tuoi obiettivi per quest’anno? E per il futuro?
“Un piccolo obiettivo personale me lo sono messo: sono a 47 vittorie in carriera, voglio arrivare almeno a 50, ovvero vincere tre gare prima della fine della stagione. Però, in cuor mio, vorrei che l’asticella fosse ancora più alta. Mi piacerebbe riuscire a dimostrare che, in alcuni traguardi importanti, ci posso essere ancora anche io.”
Parteciperai al Giro d’Italia?
“No, le categorie Continental non possono partecipare alle gare World Tour. Purtroppo il Giro d’Italia è una faccenda per le Professional e le World Tour, non per noi. È un grosso rammarico, perché vedere una tappa che arriva in Corso Porta Nuova un po’ mi dà fastidio. Sognavo tanto di farla.”
Immagino che ci siano altre gare in programma…
“Sì, a maggio avremo un appuntamento importante con il Giro di Ungheria. Lì troveremo corridori e squadre di un certo livello. Una corsa che ho già fatto l’anno scorso, raccogliendo nelle volate tre piazzamenti tra i primi cinque. Non sono riuscito a vincere, però è un altro obiettivo che mi sono posto per quest’anno. Vorrei farcela, anche perché è una corsa che sento nelle mie corde.”
Francesco Cazzola