A volte, ti passano tra le mani foto come questa. Facebook è maestro, in questo senso e, diciamolo subito, non è questione di nostalgia a tutti i costi. Ti capita di vedere Nereo Rocco, uno che di calcio capiva molto e molto ha vinto. Eccolo, in quella che una volta si definiva panchina. Dentro la sua “area tecnica”, che una volta non c’era, non ce n’era bisogno.
Ha un impermeabile, ha scarpe da calcio, pesta nel fango, questa era la sua “area tecnica”. A due metri dalla gente che lo poteva pure toccare. E vicino a un secchio, probabile dentro ci fosse una spugna, per il massaggiatore e per ogni uso.
Oddio, dirà qualcuno, son passati cinquant’anni, bisogna pure andare avanti, no?
Certo, bisogna andare avanti, ma non sempre equivale a essere migliori. Vengono in mente certi allenatori di oggi (troppi, a dire il vero), che sembrano indiavolati. Che stanno sempre ai margini dell’area tecnica e continuano a muovere braccia, gambe. Inveiscono contro tutto e tutti. A volte, sono a un passo da chi sta battendo un fallo laterale e quasi gli muvono le mani sulla testa. Guardate una partita, soprattutto in Italia. All’estero è diverso, chissà perchè. In Italia, ce ne sono pochi che stanno al loro posto. Gli altri diventano spesso patetici. Usano i giocatori come fossero alla play station, come fossero bambini alla prima partita e non giocatori professionisti. Italiano, Inzaghi, lo stesso Juric, giusto per fare dei nomi, sono spesso insopportabili. E non è questione di vivere la partita, ci mancherebbe. La vive anche Carlo Ancelotti la partita. La vive e, spesso, la vince, senza agitarsi troppo, senza dimenarsi. Perchè se hai davvero in mano la tua squadra, se durante la settimana ti sei spiegato bene, dovresti essere a posto. Sì, qualche indicazione ci sta. Qualche consiglio pure. Ma c’è un limite a tutto, o, almeno, ci dovrebbe essere. A Italiano e compagnia (niente contro il tecnico della Fiorentina, sia chiaro…) consigliamo di “studiare” i tecnici stranieri. Guardiola, Pochettino, Zidane, Klopp… Di Ancelotti già abbiamo detto. Non è da “studiare” per niente Antonio Conte, che tecnicamente non si discute, ma che come comportamento lascia molto a desiderare. Purtroppo.